Secondo molti studi esiste una connessione tra stress e rischi per la salute negli operatori dell’emergenza, sia in ambito ospedaliero che extra-ospedaliero
Il lavoro in emergenza presenta specifici e rilevanti fattori di rischio professionale. Uno di questi è il rischio stress lavoro correlato che influenza non solo il benessere e la produttività ma anche la salute trasformando il personale del soccorso da soccorritore a vittima. Essere quotidianamente chiamato a gestire situazioni caratterizzate dalla presenza di sentimenti ed emozioni forti, il tempo che incalza, le richieste pressanti, il contatto con il dolore e la sofferenza, i ritmi di lavoro serrati che non permettono di staccare emotivamente, sono tutte variabili che possono penalizzare l’equilibrio emotivo del personale di emergenza ed incidere sulla salute del lavoratore. Vediamo di seguito quali sono le principali fonti di stress negli operatori dell’emergenza e le conseguenze che possono avere in termini di danni per la salute.
Centrale operativa 118 – Gli operatori della Centrale si trovano spesso a gestire situazioni ad elevato stress psicologico. Tra le situazioni più impegnative vi sono le richieste di soccorso provenienti da persone aggressive o in preda al panico, come anche la gestione di interventi duranti i quali è necessario fornire istruzioni dirette alle persone presenti sul posto per la rianimazione cardiopolmonare o altri interventi salvavita. Soprattutto i “codici rossi” richiedono un elevato livello di attenzione ed un notevole impegno emotivo.
Mezzi di soccorso – In ambulanza è noto in letteratura l’effetto traumatico in termini emotivi che situazioni tipiche dell’urgenza possono avere sugli operatori. Incidenti stradali con molte vittime, scene cruente, interventi che riguardano bambini, ecc. possono provocare intenso stress emotivo e causare problemi psicologici a lungo termine. Questi lavoratori hanno tra i più alti livelli di stress e burnout, quando confrontati ad altri gruppi di professionisti. E’ noto che sono a rischio di sviluppare il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) ed altre patologie a seguito della natura stressante del loro lavoro.[1] Uno studio svedese ha evidenziato la correlazione tra stress derivante da eventi drammatici e rischio di essere colpiti da malattie autoimmuni.[2] Un altro studio[3] ha evidenziato come questi problemi contribuiscono ad alzare i tassi di assenze per malattia o il pensionamento anticipato per motivi di salute rispetto ad altri operatori sanitari.
Pronto Soccorso – In Pronto Soccorso la pressione dei pazienti, le comunicazioni con i familiari, il sovraffollamento nelle sale d’attesa delle persone che aspettano di essere visitate, il rischio di aggressione sono causa di stress psico-fisico per medici e operatori sanitari dell’area di emergenza. Delicato è in particolare il ruolo dell’infermiere “triagista”, che comporta una grande responsabilità, in quanto deve interpretare rapidamente e realisticamente quanto riferitogli, il più delle volte in modo concitato dal paziente o da chi lo accompagna, sui sintomi o sulle alterazioni patologiche al fine dell’assegnazione del codice di gravità.
Quali conseguenze per la salute?
Lo stress può essere definito come un insieme di reazioni fisiche e/o psicologiche ad uno stimolo. In condizioni normali lo stress costituisce un aspetto normale della vita, le cose cambiano in presenza di stress prolungato e ripetuto; quelle caratteristiche che in condizioni normali ci aiutano a fronteggiare i problemi, in presenza di stimoli ripetuti possono trasformarsi in fattori di rischio per la nostra salute.
Il lavoro in regime di emergenza-urgenza è spesso caratterizzato da interventi assistenziali che si svolgono in un limite temporale ridotto che costringe a prendere decisioni in tempi brevi. Data l’alta frequenza di questi interventi, e l’elevato livello di attenzione che richiedono, gli operatori possono facilmente andare incontro a situazioni di stress che si traducono in modificazioni fisiopatologiche note come “reazioni da stress” che possono predisporre l’organismo a un gran numero di patologie, non ultimo il rischio di patologie cardiache importanti come l’infarto del miocardio.[4]
Per analizzare l’effetto dello stress, alcuni ricercatori hanno esaminato un gruppo di giovani medici impiegati in terapia intensiva e sottoposti a condizioni di forte stress. Dai risultati è emerso che questa condizione influenza negativamente il sistema immunitario inducendo un aumento dei globuli bianchi, che a sua volta determina un aggravamento dell’infiammazione delle placche aterosclerotiche nelle arterie; in soggetti predisposti le placche possono portare a un restringimento dell’arteria e un ridotto afflusso di sangue, o produrre trombi e attacchi coronarici acuti. Lo stress può quindi innescare un evento cardiovascolare nelle persone con accumulo di placca preesistente.[5]
Secondo uno studio pubblicato nel 2021 dalla rivista britannica Lifestyle Medicine i medici che lavorano nel settore dell’emergenza urgenza, ma anche in anestesia e rianimazione, possono andare incontro a morte prima della popolazione generale (a differenza delle altre discipline specialistiche) e il rischio di mortalità precoce persiste per i colleghi e le colleghe del Pronto Soccorso anche se successivamente cambiano reparto lavorativo.[6]
Tali acquisizioni aprono nuovi scenari anche nel campo legale e di diritto del lavoro. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
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BIBLIOGRAFIA
[1] Shepherd L, Wild J. “Cognitive appraisals, objectivity and coping in ambulance workers: a pilot study“. Emerg Med J. 2014 Jan;31(1):41-4
[2] “Uno studio svedese evidenzia la correlazione tra stress derivante da eventi drammatici e rischio di essere colpiti da malattie autoimmuni“. Articolo pubblicato sul sito “Responsabile Civile” il 23 settembre 2018
[3] Halpern J, Maunder RG, Schwartz B et al. “Attachment insecurity, responses to critical incident distress, and current emotional symptoms in ambulance workers“. Stress Health 2012 Feb;28(1):51-60
[4] Smyth A., O’Donnell M., Lamelas P. ”Physical Activity and Anger or Emotional Upset as Triggers of Acute Myocardial Infarction”. Circulation. 2016;134:1059-1067
[5] Heidt T., Sager H. et al. “Chronic variable stress activates hematopoietic stem cells”. Nature Medicine volume 20, pages 754–758 (2014)
[6] Spedicato A., Tarsitano M., Di Silverio P. “Il lavoro in sanità riduce l’aspettativa di vita dei medici“. Articolo pubblicato sul sito QuotidianoSanità il 16 giugno 2023