Si è dimostrato che la durata e la qualità del sonno nei pazienti ospedalizzati influenzano il processo di guarigione
Il sonno è un processo fisiologico essenziale. Infatti, un terzo della nostra vita è speso a dormire.[1] Ad un adulto sono necessarie almeno sette ore di sonno continuative per mantenere un adeguato equilibrio psicofisico.[2] Ne consegue che i disturbi del sonno influiscono negativamente sulla qualità di vita e sul benessere individuale.[3] Secondo alcuni autori la scarsità di sonno prolungata provoca: stanchezza, perdita di concentrazione, bassa soglia del dolore, ansia, nervosismo, allucinazioni, perdita di appetenza, costipazione, pensieri irrazionali e incidenza maggiore di incidenti.[4] [5]
Molti autori hanno enfatizzato l’importanza degli ambienti di ricovero sugli esiti clinici ed un’ampia evidenza è a sostegno di questi benefici. In letteratura numerosi studi evidenziano come la qualità della vita del paziente ricoverato sia ampiamente danneggiata dall’impossibilità di riposare bene durante la degenza ospedaliera. Dagli studi emerge che il disturbo del sonno incide indirettamente sul sistema immunitario,[6] [7] [8] [9] con una ricaduta negativa sul periodo di guarigione.[10] [11]
I pazienti ospedalizzati lamentano spesso disturbi del sonno causati da fattori ambientali (rumore, illuminazione, allarme dei monitor, etc.).[12] Questo si ripercuote con gravi effetti negativi sulla salute e sul recupero della malattia.[13] A tal proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che i livelli di rumore all’interno dei reparti ospedalieri non superino i 30 dBA durante la notte. Purtroppo la maggior parte degli studi, in particolare quelli più recenti, mostrano come i livelli di rumore ospedalieri siano molto più elevati rispetto a tali valori.
Identificare i fattori potenzialmente modificabili correlati ai disturbi del sonno può essere la chiave per introdurre misure correttive. Si potrebbe intervenire in primo luogo sul personale sanitario sensibilizzandolo sull’importanza del sonno dei pazienti.[14]
Consigli forniti dagli stessi pazienti per migliorare la qualità del sonno in ospedale sono stati:
- Luci più soffuse
- Somministrazione di farmaci per controllare il dolore
- Minor numero di pazienti all’interno di una stanza
- Ridurre il rumore in reparto evitando attività rumorose durante la notte
- Migliorare la qualità del letto, cuscino, meterasso, ecc.
Altri interventi potrebbero riguardare:
- Creazione di linee guida sulle impostazioni del volume dei dispositivi medici
- Spegnimento delle luci di reparto ad un’ora prestabilita
- Fornire ai pazienti tappi per le orecchie e mascherine per gli occhi
- Raggruppare gli interventi di cura in determinati orari per permettere periodi ininterrotti di riposo
- Chiudere la porta della camera del paziente.
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BIBLIOGRAFIA
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[12] Isaia G, Corsinovi L, Bo M, Santos-Pereira P, Michelis G, Aimonino N, Zanocchi M.Insomnia among hospitalized elderly patients: prevalence, clinical characteristics and risk factors. Arch Gerontol Geriatr. 2011;52(2):133-7
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[14] Gathecha E, Rios R, Buenaver LF, Landis R, Howell E, Wright S J Hosp Med. Luglio 2016; 11 (7): 467-72