L’impiego degli infermieri sulle ambulanze di soccorso può dare luogo a criticità rispetto alla presenza del medico?
(Aggiornato ottobre 2023)
Attualmente in Italia la risposta territoriale all’emergenza viene garantita dalle Centrali Operative 118 e dalle postazioni territoriali dove stazionano i mezzi di soccorso in attesa di essere attivati per l’intervento: ambulanze, auto mediche ed eliambulanze.
Il personale che opera sui mezzi di soccorso è rappresentato da Medici, Infermieri, Autisti/barellieri tutti, ai vari livelli, formati ed addestrati all’emergenza sanitaria. Il ruolo del Team Leader spetta al professionista sanitario responsabile del soccorso: il medico nel caso delle ambulanze avanzate (MSA) oppure l’infermiere nel caso delle ambulanze di base (MSB)
Si assiste negli ultimi anni ad un proliferare di pareri contrari all’impiego delle ambulanze con solo infermiere a bordo, senza che queste siano supportate però da alcuna evidenza scientifica. A Bologna una delibera regionale che programmava le ambulanze con soli infermieri è costata addirittura la radiazione dall’Ordine dei medici all’assessore alla Sanità della Regione (ultimamente riabilitato da una sentenza della Corte Costituzionale).[1] Questa denuncia ha generato allarme ingiustificato nella cittadinanza con conseguente sfiducia verso il sistema di emergenza 118.
In realtà la normativa vigente supporta l’impiego dell’infermiere nel sistema di emergenza 118. La normativa italiana “conferisce all’infermiere una specifica competenza che, in particolari situazioni, può comportare sia l’effettuazione di atti assistenziali e curativi salvavita che esser in grado di dar corso ad un primo inquadramento diagnostico dell’individuo, a seguito di una specifica formazione”.[2] Anche la normativa europea riconosce all’infermiere “la competenza di avviare autonomamente misure immediate per il mantenimento in vita e di intervenire in situazioni di crisi e catastrofi”.[3]
Sulla base di tali presupposti, numerose realtà italiane di emergenza territoriale hanno adottato procedure che prevedono la possibilità di intervento terapeutico, anche farmacologico, da parte degli infermieri dell’emergenza territoriale, nelle situazioni a rapida evoluzione (tempo dipendenti) e potenzialmente pericolose per la vita. Non vi un’usurpazione di titolo nè di funzioni nei confronti del medico, al contrario, in tali circostanze l’infermiere agisce secondo protocolli stabiliti dal Direttore della Centrale Operativa 118,[4] [5] e si inquadra nel processo finalizzato alla tempestività del trattamento e all’umanizzazione delle cure (si pensi ad esempio alla terapia del dolore nel paziente traumatizzato). È bene ricordare che l’esecuzione di tali procedure, compresa la somministrazione di farmaci atte a salvaguardare le funzioni vitali, avviene sotto il controllo attivo e in tempo reale del medico di Centrale Operativa, e non originano dalla formulazione di un’ipotesi diagnostica ma derivano dal rilievo di segni e sintomi oggettivamente riscontrati sul posto dall’infermiere e che gli permettono, ad esempio, di discriminare senza difficoltà tra asma cardiaco e asma bronchiale.
Un recente studio,[6] che ha analizzato le più importanti ricerche condotte tra il 1999 e il 2018, si è posto l’obiettivo di valutare l’andamento di mortalità e morbilità nell’emergenza pre-ospedaliera in rapporto alla presenza sulla scena di un medico o di un infermiere. Lo studio ha dimostrato che non vi sono solide prove di efficacia a sostegno della tesi che interventi in emergenza basati sulla presenza sulla scena di un medico invece di altri professionisti esperti portino a una diminuzione della mortalità o della morbilità complessiva dei pazienti trattati.
Secondo uno studio l’infermiere può assumere con esisto positivo il ruolo di team leader nel corso della gestione di un arresto cardio-respiratorio (ALS).[7] In un altro studio si è visto che il trasporto eseguito da una team a conduzione infermieristica rispetto ad uno guidato dal medico rianimatore non presentava inferiorità per quanto riguarda complicanze durante il trasporto in condizioni di continuità di soccorso (“trasporto secondario”).[8]
Anche autorevoli Società scientifiche del settore, come la Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU), l’Italian Resuscitation Council (IRC) e l’Associazione nazionale infermieri di area critica (Aniarti), si sono dichiarate a favore dell’utilizzo dei mezzi infermieristici nell’emergenza territoriale 118.[9]
Si è anche fatto menzione al fatto che la scelta delle ambulanze infermieristiche sia dettata da criteri di economicità. Al contrario, avere mezzi esclusivamente medicalizzati comporterebbe uno spreco di risorse: infatti i medici di emergenza e gli anestesisti costituiscono una risorsa preziosa nel contesto del sistema dell’emergenza e non avrebbe senso impiegarli per tutte le tipologie di soccorso, come quelli di minor gravità, come codici i verdi o bianchi.
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BIBLIOGRAFIA
[1] “La Corte Costituzionale accoglie il ricorso della Regione: illegittima la radiazione dell’assessore Venturi”. Articolo pubblicato sul sito internet della Regione Emilia Romagna il 05 novembre 2019
[2] Giovanni Leonardi. Ministero della Salute. Direzione Generale delle Risorse Umane e Professioni Sanitarie. Nota prot. 9581 del 18 febbraio 2011
[3] Decreto Legislativo 28 gennaio 2016, n. 15, di recepimento della direttiva 2013/55/UE
[4] DPR 27 marzo 1992. Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza. Gazzetta Ufficiale 31 marzo 1992, n. 76
[5] Atto d’intesa Stato-Regioni G.U. n. 114 del 17 maggio 1996
[6] Gristina G., Pulice E. “Il sistema sanitario di emergenza italiano tra prove e rischi di corporativismo: il “caso Bologna”. Parte I: le prove / Parte II: deontologia e diritto”. Recenti Prog Med 2019; 110: 168-187
[7] Cardiac Arrest Nurse Leadership (CANLEAD) trial: a simulation-based randomised controlled trial implementation of a new cardiac arrest role to facilitate cognitive offload for medical team leaders“.
[8] SIAARTI. “Trasporto intra-ospedaliero ed inter-ospedaliero“. Buona pratica clinica. Versione 2 del 28.09.2023. Pag. 29 (link)
[9] Documento intersocietario dal titolo: “Trattamento farmacologico da parte degli infermieri nell’emergenza Territoriale”. Pubblicato sul sito internet Simeu il 29-02-2016 e disponibile al seguente link