L’uso non appropriato di un numero eccessivo di farmaci, specie da parte di pazienti anziani, può rappresentare un pericolo. Vediamo perché
L’Italia è uno dei Paesi più “vecchi” dell’Unione Europea, con una speranza di vita alla nascita di 81 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Se questo da una parte è un dato positivo, dall’altro comporta il prevalere di malattie croniche e pluri-patologie che necessitano, per il loro trattamento, di numerosi farmaci.
A causa dell’ancora diffuso approccio specialistico orientato alla cura della singola patologia, questi pazienti ricevono troppo spesso un’assistenza frammentata, fornita da più figure professionali che non interagiscono tra loro e seguono linee guida differenti (es. medico di base, medico specialista, medico di Pronto Soccorso, ecc.). Questo può portare ad una deresponsabilizzazione dei singoli professionisti rispetto al percorso complessivo del paziente, e il meccanismo di presa in carico potrebbe rivelarsi incompleto, con interventi poco efficaci e, in alcuni casi, addirittura dannosi per il paziente stesso.
Secondo l’OMS è soprattutto nelle “transizioni di cura”, per esempio dall’ospedale al domicilio, che è maggiore la possibilità di errori di comunicazione con conseguenti, anche gravi, errori terapeutici. Molte volte viene sospeso un farmaco al paziente durante il ricovero e questo non viene riassegnato al momento della dimissione.
Sebbene non esista un’unica definizione, solitamente viene definita “politerapia” la terapia concomitante di cinque o più farmaci, compresi quelli cosiddetti “da banco” o altri medicinali alternativi. In Italia Nel corso del 2020 il 65,8% della popolazione anziana ha ricevuto la prescrizione di almeno 5 farmaci diversi e circa un soggetto su 4 ne ha assunto almeno 10!
Nei pazienti anziani più condizioni patologiche riconoscono come causa la politerapia. La politerapia aumenta i rischi perché favorisce errori di orario e/o di dosaggio, duplicazioni o omissioni. Anche le interazioni farmaco-farmaco e farmaco-malattia aumentano il rischio di eventi avversi correlati. Ciò può favorire l’insorgenza di complicazioni, recidive, ad un aumentato rischio di caduta, prolungamenti della malattia che ci si prefigge di curare o la riammissione del paziente in ospedale, contribuendo cosi al sopraffollamento dei Pronto Soccorso. Negli Stati Uniti un terzo delle ospedalizzazioni dei grandi anziani sono dovute a problemi con la terapia.
La politerapia può diventare un fattore di rischio nel momento in cui tanti farmaci si accumulano e aumentano pericolosamente di numero, soprattutto se utilizzati da pazienti anziani con pluri-patologie o cronici, in particolare quelli con compromissione epatica e/o renale, per le maggiori difficoltà che hanno questi pazienti ad eliminare i farmaci dall’organismo. L’ultimo rapporto OsMed 2019 riporta che un milione e 300 mila anziani hanno assunto associazioni di farmaci a rischio di causare danni renali e oltre 900 mila hanno assunto combinazioni a rischio di provocare sanguinamenti gastrointestinali.
Spesso i farmaci sono prescritti anche in un’ottica preventiva, tipico è il caso dell’aspirina per la prevenzione delle malattie cardiovascolari o degli anticoagulanti per il rischio di ictus. Anche la possibilità di acquistare in farmacia medicinali senza obbligo di prescrizione (es. medicinali per il raffreddore, per i disturbi gastrointestinali, per il dolore, integratori alimentari, ecc.) incrementa il numero di farmaci a disposizione dei pazienti. A questo contribuisce non poco il bombardamento pubblicitario proveniente da TV e radio.
Paradossalmente l’eccesso di farmaci può dar luogo a reazioni avverse che possono essere interpretate come altre patologie e trattate, a loro volta, con altri farmaci! Ecco che diventa importante sospendere i farmaci ritenuti non più necessari. Per aiutare i medici in questo processo di “de-prescrizione” sono stati sviluppati appositi strumenti informatici come per esempio INTERCheck, un sistema di supporto alle prescrizioni messo a disposizione gratuitamente dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. L’accesso a INTERCheck è riservato solo agli operatori sanitari coinvolti nella gestione del farmaco (medici, pediatri, farmacisti e infermieri). Con questo strumento i sanitari possono recuperare informazioni utili sugli effetti indesiderati dei farmaci, sulle categorie a rischio in base alle patologie riscontrate. Da una ricerca condotta grazie ai dati raccolti da INTERCheck è emerso che “La percentuale di soggetti esposti a potenziali interazioni tra farmaci è molto alta, il 95%,”.
Va ricordato, comunque, che anche se sospendere un farmaco è la strada giusta per contrastare le criticità sopra descritte, è opportuno agire gradualmente per evitare conseguenze sulla salute. Nei primi tempi sarà necessario seguire il paziente al fine di rilevare e gestire eventuali carenze conseguenti alla de-prescrizione.
Un esempio di sospensione del trattamento potrebbe riguardare gli inibitori di pompa protonica (conosciuti perlopiù dai pazienti come “protettori dello stomaco”), spesso utilizzati impropriamente o in alcuni casi assunti a tempo indefinito, anche quando non più necessari. Si tratta infatti di farmaci generalmente ben tollerati ma non innocui soprattutto se, come spesso accade, sono utilizzati cronicamente nel contesto di una politerapia. Le più recenti linee guida ne raccomandano la de-prescrizione qualora il paziente non abbia una chiara indicazione al loro utilizzo (Linea guida SIGG–SIGOT–SIMG–SIMI–FADOI–SIF, 2021, pag. 80).
Proprio per aiutare pazienti e caregivers (es. badanti, familiari) nella gestione quotidiana delle terapie alcuni enti e società scientifiche hanno realizzato un apposito video-tutorial (clicca qui per vedere il video).
In un altro articolo abbiamo parlato del nuovo sistema di assistenza territoriale socio-sanitaria (qui).
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BIBLIOGRAFIA
- Donaldson L., Ricciardi W., Sheridan S., Tartaglia R. “Manuale di sicurezza del paziente e gestione del rischio clinico”. Cultura e Salute Editore, Perugia, 2022. Pagg. 305-306, pag. 596, pag. 599
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- SIGG–SIGOT–SIMG–SIMI–FADOI–SIF. “Linea guida inter-societaria per la gestione della multimorbilità e polifarmacoterapia”. Pubblicata sul Sistema nazionale linee guida dell’Istituto Superiore di sanità, Giugno 2021. Pagg. 5, 58, 80, 98
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- Choosing Wisely Italia. “Inibitori di pompa: prescritti poco o … troppo?“. Sito web QuotidianoSanità, 05-03-2024