L’avvelenamento acuto è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita del paziente, sia adulto che bambino. La soluzione in questi casi è rappresentata dalla lavanda gastrica. Vediamo in questo articolo quando e come effettuarla
Un veleno è una sostanza tossica che può costituire un pericolo per l’organismo se non si interviene prontamente. Le cause dell’avvelenamento possono essere molteplici in quanto un’enorme quantità di sostanze potenzialmente tossiche sono presenti sia in ambiente domestico (medicinali, candeggine, detersivi, ecc.) che lavorativo. A questi si aggiungono gli avvelenamenti a scopo suicidario.
In caso di avvelenamento è importante conoscere più informazioni possibili, per esempio sapere di qual è la sostanza ingerita, quando è avvenuta l’ingestione, il quantitativo anche approssimativo della sostanza, ecc. E’ importante chiedere ai familiari o comunque agli accompagnatori del paziente se hanno portato in ospedale il contenitore del liquido o la scatola se si tratta di compresse cosi da avere informazioni più mirate.
La maggior parte delle sostanze introdotte può essere rimossa con la “lavanda gastrica” (anche detta “gastrolusi” o “decontaminazione gastrica”). Con questi termini si intende il processo di svuotamento dello stomaco dal suo contenuto. Essendo un trattamento d’emergenza la gastrolusi viene effettuata in Pronto Soccorso da personale medico o infermieristico.
Al triage bisogna porre attenzione ai pazienti intossicati o sospetti tali che non hanno alterazioni delle funzioni vitali al momento della valutazione, dato che questi potrebbero subire un peggioramento successivo dello stato di salute.
Entro un’ora dall’assunzione della sostanza c’è l’indicazione a effettuare la lavanda gastrica altrimenti è controindicata perchè può spingere in duodeno la sostanza estranea. La lavanda gastrica è particolarmente controindicata qualora l’avvelenamento coinvolga sostanze corrosive, caustiche (ad esempio acido muriatico), tensioattivi (detersivi o sostanze in grado di sviluppare schiuma) o derivati del petrolio.
Procedura
Si posiziona il paziente in decubito laterale sinistro per sfruttare la concavità dello stomaco. Un rischio è la polmonite da aspirazione, per cui è sempre bene tenere sotto osservazione lo stato di coscienza del paziente. La gastrolusi viene effettuata introducendo nello stomaco, attraverso un sondino naso gastrico a due vie, della soluzione fisiologica tiepida con un “siringone” procedendo fino a che la soluzione estratta non appare pulita e senza frammenti delle sostanze ingerite. In caso di ingestione di compresse procedere lentamente perchè grossi frammenti possono ferire le mucose e causare sanguinamento gastrico. Solo al termine di questa operazione si inietta il carbone attivo che viene lasciato in situ nello stomaco (sarà espulso per via naturale). Il carbone si lega alle sostanze tossiche impedendone l’assorbimento da parte dell’organismo.
Il carbone attivo va somministrato nel dosaggio di 1 mg per kg di peso corporeo, sia nell’adulto che nel bambino, diluito in soluzione fisiologica (un cucchiaio da tavola “raso” sono circa 6 mg). Il carbone non deve essere somministrato tutto in una volta per non indurre distensione gastrica e quindi vomito, pertanto bisogna agire più lentamente, iniettando un quarto della soluzione ogni quarto d’ora. Se il paziente è collaborante si può dare da bere.
Il carbone è controindicato nell’ingestione da caustici perchè, oltre a non assorbire queste sostanze, impedirebbe il campo visivo al medico durante la gastroscopia in vista di un eventuale intervento chirurgico d’urgenza.
In un altro articolo abbiamo visto la procedura per l’applicazione del sondino naso-gastrico (link).
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BIBLIOGRAFIA
Manes G., Rossi A., Bini M. “L’ingestione di sostanze caustiche: guida al management del paziente acuto”. Articolo pubblicato sul sito web della Società italiana di endoscopia digestiva (link)
Limmer D. O’Keefe M. “Pronto Soccorso e interventi d’emergenza”. McGraw Hill, 10^ ed., 2005. Pag. 430