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Infortuni in orario notturno in sanità, gli ultimi dati

L’INAIL ha presentato i risultati del suo ultimo studio “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia” che fornisce un quadro completo sui numeri, le cause e le conseguenze degli incidenti lavorativi notturni in Italia

 

L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) ha recentemente presentato uno studio sul fenomeno infortunistico dei lavoratori in orario notturno che amplia, aggiorna e approfondisce una sua precedente pubblicazione del 2011.

L’arco temporale preso in esame è il quinquennio 2018-2022, con dati aggiornati al 31 ottobre 2023. Gli infortuni esaminati sono avvenuti nella fascia oraria che va dalla mezzanotte fino alle 6. In via generale, il lavoratore notturno è colui che svolge normalmente almeno tre ore del suo turno di lavoro in periodo notturno (intervallo di tempo di almeno sette ore che comprende la fascia che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino).[1]

 

Effetti sulla salute

Il lavoro notturno risponde alla necessità di fornire servizi essenziali alla collettività come la salute, la sicurezza, i trasporti, ecc., tuttavia il lavoro notturno, come ampliamente dimostrato dalla letteratura scientifica, comporta effetti negativi sulla salute come maggior affaticamento dell’organismo, alterazione dei ritmi circadiani e limitazioni della sfera familiare e di relazione. Nel 2007 il lavoro a turni notturno è stato classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) evidenziando associazioni positive tra il lavoro notturno e i tumori del seno, della prostata, del colon e del retto.  

Considerati gli effetti particolarmente gravosi ed usuranti, la legge consente ai lavoratori notturni il diritto di accesso anticipato alla pensione.[2]

 

Gli infortuni sul lavoro denunciati nel periodo 2018-2022

Solo nel 2022 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail sono stati complessivamente 640.251, di cui 18.054 in orario notturno (il 2,8%). Sempre nel 2022 i decessi complessivi sono stati 1.243, di cui 96 avvenuti in orario notturno (quindi il 7,7%).[3]

I dati mostrano che gli infortuni in orario notturno avvengono per quasi un quarto in itinere (cioè durante il tragitto casa-lavoro o viceversa) mentre i restanti tre quarti in occasione di lavoro.[4] L’uso del mezzo di trasporto per lavorare o per tornare/andare al lavoro risulta particolarmente rischioso, probabilmente per la minor concentrazione legata ad un maggior affaticamento fisico e alla perdita di sonno.

 

Infortuni in orario notturno in sanità

Il lavoro in orario notturno è più diffuso in alcuni settori tra cui spicca la sanità, che raccoglie il 20,6% di tutti i lavoratori notturni.[5] La sanità è il settore di attività che presenta l’incremento maggiore rispetto a quanto rilevato dal precedente studio, nel quale la percentuale di infortuni durante l’orario notturno per il personale sanitario era poco più del 6% contro una media nel quinquennio 2018-2022 del 16,7%; una crescita quindi di più di 10 punti percentuali.[6] L’incremento significativo degli infortuni notturni in questo campo ha risentito però notevolmente dei contagi professionali da Covid-19, non solo nell’anno dello scoppio della pandemia ma anche della recrudescenza dei contagi registrata negli anni successivi.

Analizzando la classifica delle principali voci professionali coinvolte in infortuni notturni nel detto quinquennio si rileva che il primato, in valore assoluto, è degli infermieri (7,4% delle denunce), seguiti dagli operatori sociosanitari (4,1%) e altre professioni non sanitarie.

Gli infortuni notturni con mezzo di trasporto coinvolto rappresentano, nel quinquennio, il 21% delle denunce e ben il 60% dei casi mortali.[7] Questo è un dato che dovrebbero tenere in considerazione i responsabili dei servizi di emergenza-urgenza 118.

 

Conclusioni

Dai dati emerge che gli infortuni mortali avvenuti in orario notturno rappresentano una quota elevata rispetto al totale dei decessi, con una percentuale del 7,7% nel 2022, un dato in aumento rispetto alla media del 5,5% del quinquennio preso in esame. I dati confermano quindi un rischio di infortunio più elevato per i lavoratori impegnati in attività di lavoro notturno.

Uno dei punti essenziali del sistema del sistema di Prevenzione e Protezione aziendale è quello relativo ai rischi che i lavoratori corrono negli ambienti di lavoro, della loro individuazione e valutazione e delle conseguenti misure preventive e protettive messe in atto. Lo studio dell’INAIL sugli infortuni in orario notturno evidenzia l’importanza di monitorare e prevenire gli infortuni sul lavoro notturno, proponendo misure specifiche per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori impegnati in questa turnazione.

 

In un altro articolo abbiamo parlato del lavoro a turni e dei possibili rischi per pazienti e operatori (qui). 

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BIBLIOGRAFIA

[1] Il lavoro notturno è regolamentato dal d.lgs. 66/2003 in attuazione delle direttive comunitarie 93/104/CE e 2000/34/CE 

[2] D.lgs. 66/2003

[3] INAIL. “Gli infortuni sul lavoro in orario notturno in Italia”. Collana “Salute e Sicurezza”. Luglio 2024. Pag. 10 (link)

[4] Ibidem. Pag. 12

[5] Ibidem. Pag. 9

[6] Ibidem. Pag. 14

[7] Ibidem. Pag. 13

 

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