Pubblicato il

Condizioni di lavoro degli infermieri e sicurezza dei pazienti, quale rapporto?

Un numero sempre più elevato di infermieri manifesta l’intenzione di lasciare l’ospedale, per via delle condizioni sempre più difficili di lavoro cui sono sottoposti. Ora, per la prima volta uno studio collega l’intenzione degli infermieri di lasciare a una maggiore mortalità dei pazienti 

 

Come emerge dalla letteratura scientifica, se gli operatori sanitari non sono soddisfatti anche il paziente rischia di subirne le conseguenze. Infatti tutti gli studi condotti finora concordano nell’affermare che il “clima” di lavoro influenza indirettamente le performance degli operatori, tanto da modificare la qualità delle prestazioni erogate e gli esiti sui pazienti.[1]

I risultati di vari studi dimostrano che tra i sanitari cresce una forte demotivazione, che si manifesta anche con l’intenzione di lasciare il lavoro, la quale spesso in letteratura è associata ad ambienti di lavoro scadenti, carichi di lavoro eccessivi, esaurimento emotivo degli infermieri, tutte criticità aumentate a seguito della pandemia da Covid-19.

Le ragioni che inducono i professionisti a valutare di lasciare la sanità sono principalmente stanchezza, medicina difensiva, scarsa sicurezza economica, deboli prospettive di carriera e il rischio sempre più concreto di subire aggressioni, con il 55% dei professionisti che dichiara di avere subito almeno una volta una volta una violenza fisica o psicologica.

Un recente studio, pubblicato sull’importante rivista scientifica “Health Policy”, ha esplorato l’associazione tra “intenzione di dimettersi” degli infermieri e mortalità nei pazienti ospedalizzati a 30 giorni.[2]

Gli autori dello studio hanno analizzato i dati di circa 37.000 pazienti di età pari o superiore a 50 anni ricoverati in 15 ospedali pubblici italiani nel 2015 per almeno due giorni. La mortalità dei pazienti è stata ricavata dai dati di dimissione ospedaliera.

L’intenzione di lasciare il lavoro è stata misurata attraverso un sondaggio rivolto a più di 1.000 infermieri, ai quali si chiedeva se intendessero o meno lasciare il lavoro l’anno successivo. I ricercatori hanno trovato una “associazione significativa” tra l’intenzione degli infermieri di lasciare il lavoro e la mortalità dei pazienti. In particolare lo studio ha mostrato che un aumento del 10% dell'”intenzione di dimettersi” aumentava la probabilità di mortalità ospedaliera del 14%. Quando un paziente veniva aggiunto al carico di lavoro degli infermieri, la mortalità dei pazienti aumentava del 3,4%. Anche la durata della degenza dei pazienti ha avuto un effetto sulla probabilità di morte; i pazienti con una degenza più lunga in ospedale avevano una probabilità più elevata di morte.

I risultati di questo studio sono antecedenti alla pandemia, quindi nel frattempo la situazione potrebbe essere peggiorata. Nel momento in cui scriviamo (marzo 2024) si stima che siano circa 21 mila gli infermieri che hanno intenzione di lasciare prossimamente il posto di lavoro, i quali vanno ad aggiungersi agli altri 21 mila che già negli ultimi tre anni hanno presentato le proprie dimissioni e ai 18 mila che si sono trasferiti all’estero.[3, 4]

I risultati dello studio sopracitato portano alla conclusione che condizioni di lavoro difficili per gli infermieri e sicurezza dei pazienti sono in stretta relazione; in particolare dimostra che quando gli infermieri hanno condizioni di lavoro disagiate e intendono lasciare il lavoro, questo comporta un aumento del rischio di mortalità per i pazienti.

E’ necessario adottare strategie volte a garantire il benessere degli infermieri attraverso un adeguato carico di lavoro e ambienti di lavoro appropriati, al fine di conseguire un livello più elevato di sicurezza per i pazienti, come tra l’altro richiede la stessa normativa in materia di sicurezza delle cure.[5]

 

 

In un altro articolo abbiamo parlato del benessere organizzativo degli operatori sanitari (link).

Siamo anche su Facebook (qui). Puoi condividere questo articolo attraverso i pulsanti che trovi in basso.

 

BIBLIOGRAFIA

[1] Ministero della Salute. “Manuale di formazione per il governo clinico: la sicurezza dei pazienti e degli operatori” 2012, pag. 83

[2] Catania G, Zanini M, Cremona MA, Landa P, Musio ME, Watson R, Aleo G, Aiken LH, Sasso L, Bagnasco A. “Nurses’ intention to leave, nurse workload and in-hospital patient mortality in Italy: A descriptive and regression study”. Health Policy. 2024 Mar 4;143:105032 (link)

[3]Infermieri, perché sono «introvabili»: selezioni anche all’estero, ma in Italia gli stipendi sono bassi“. Sito web Corriere della sera, maggio 2024

[4] Foad Aodi “Fughe all’estero: oltre 11.720 sanitari da gennaio 2023 intenzionati a lasciare l’Italia. L’identikit di chi sogna un lavoro più gratificante oltreconfine“. Sito web Sole24Ore Sanità, articolo del 23-09-2024

[5] Legge n. 24/2017. “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”. Art. 1 “…la sicurezza delle cure si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative

 

Creative Commons License