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Errori da “interruzione” durante la terapia: ecco come difendersi

Le interruzioni subite durante la terapia possono facilitare errori di somministrazione dei farmaci ai pazienti. Quali strategie possiamo utilizzare per difenderci?

 

Tra gli errori sanitari più frequenti e più gravi accaduti negli ultimi anni troviamo gli errori in terapia farmacologica[1] Molti studi confermano che subire interruzioni frequenti durante la preparazione e la somministrazione dei farmaci è associato a errori ed eventi avversi, compromettendo cosi la sicurezza del paziente.

Sebbene possano verificarsi interruzioni in qualsiasi fase del processo farmacologico, la fase di somministrazione del farmaco è la più delicata perché rappresenta l’ultima occasione per intercettare un errore prima che esso raggiunga il paziente.

Un terzo di tutti gli errori terapeutici che causano danni ai pazienti insorgono durante la somministrazione del farmaco (scambio paziente, dosaggio, via di somministrazione, ecc.).[2] Uno studio[3] ha dimostrato che gli infermieri vengono interrotti durante la somministrazione dei farmaci ben 57 volte ogni 100 somministrazioni. Uno studio condotto in simulazione ha mostrato che le interruzioni degli infermieri erano associate a un significativo aumento degli errori di somministrazione di farmaci ad alto rischio come i chemioterapici.[4]

I primi studi sul fenomeno derivano dall’aviazione. Uno studio[5] analizzò 2.500 segnalazioni di errori da parte dei piloti all’Aviation Safety Reporting System; si vide che la maggior parte delle segnalazioni riguardava errori causati da interruzioni durante lo svolgimento di una procedura o di una manovra.

In un ambiente sanitario ideale l’operatore addetto alla preparazione della terapia dovrebbe essere tenuto al riparo da eventuali distrazioni, cosi come nella fase successiva di somministrazione ai pazienti. In realtà, in ospedale gli operatori sono esposti a interruzioni continue[6] come, per esempio, richieste da parte di altri operatori, allarmi delle apparecchiature, richieste di informazioni da parte dei familiari, chiamate dei campanelli, saluti dei colleghi, squillo del telefono, ecc.

Non secondario è l’aspetto psicologico essendo notorio che le continue interruzioni inducono nervosismo e stress in chi le subisce.

Alcuni studi[7] evidenziano che diminuire le interruzioni riduce sia la frequenza che la severità degli errori. Pertanto, è necessario sviluppare interventi efficaci per ridurre gli errori da interruzione e valutare l’impatto di questi interventi sui tassi di errore terapeutici. Alcuni accorgimenti, potrebbero essere, per esempio: distribuire materiale informativo per educare pazienti e familiari alla problematica, indossare simboli visibili durante l’attività (pettorine colorate ad alta visibilità), apporre cartelli e poster informativi nei reparti, utilizzare check list da compilare man mano che si procede nella somministrazione della terapia per evitare dimenticanze, individuare aree più “tranquille” del reparto in cui stazionare durante la preparazione della terapia, organizzare il team in modo che mentre un infermiere si occupa della terapia gli altri si occupano di rispondere ai campanelli o al telefono. Quest’ultimo sistema è utilizzato in alcuni reparti dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: a inizio turno si sceglie un infermiere che non sarà coinvolto nella terapia ma si occupa esclusivamente di rispondere a chiamate dei pazienti, telefonate e richieste da parte di operatori e familiari. Questa strategia si è rivelata molto efficace nella prevenzione delle interruzioni e nel miglioramento dell’attività assistenziale e organizzativa.[8] 

Utile sarebbe prevedere la realizzazione di eventi formativi sulla prevenzione degli errori da interruzione in modo da sensibilizzare tutto il personale e formare gradualmente tutti gli operatori coinvolti nella gestione della terapia.

Tutti gli operatori durante la somministrazione dei farmaci sono chiamati a prestare attenzione ai possibili errori non solo per motivi umani ed etici ma anche per le conseguenze in termini di responsabilità civili e penali alle quali possono andare incontro in caso di danni al paziente.[9, 10] Ne abbiamo parlato in questo articolo.

 

 

In un altro articolo abbiamo parlato della prevenzione degli errori dovuti ad abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli (qui).

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BIBLIOGRAFIA

[1] Ministero della Salute. Monitoraggio degli eventi sentinella. 5° Rapporto (settembre 2005-dicembre 2012). Roma, 2015

[2] Westbrook J., Woods A., Rob M. et al. “Association of Interruptions With an Increased Risk and Severity of Medication Administration Errors”. Arch Intern Med. 2010;170(8):683-690

[3] Westbrook J., Ling Li, Hooper T. et al. “Effectiveness of a ‘Do not interrupt’ bundled intervention to reduce interruptions during medication administration: a cluster randomised controlled feasibility study”. BMJ Qual Saf. 2017 Sep; 26(9): 734–742

[4] Prakash V, Koczmara C, Savage P, et al. “Mitigating errors caused by interruptions during medication verification and administration: interventions in a simulated ambulatory chemotherapy settingBMJ Qual Saf 2014;23:884–92

[5] Monan, 1979

[6] American Society for Healthcare Risk Management (ASHRM). “Risk Management Handbook for Health Care Organizations”. Jossey-Bass, 2009. Cap. 7

[7] Westbrook J., Woods A., Rob M. et al. “Association of Interruptions With an Increased Risk and Severity of Medication Administration Errors”. Arch Intern Med. 2010;170(8):683-690

[8] Frangioni G., Biermann K. P., Di Pede M. et al. “L’esperienza applicata in Pediatria: la prevenzione degli errori da interruzioni al Meyer”. Rivista “We people” n. 4,  2017. Pag. 8

[9] Cass. civ. Sez. III, Sent., 12-04-2016, n. 7106

[10] Cassazione penale, sez. IV, sentenza 16/01/2015 n° 2192

 

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