Gli operatori del servizio di emergenza territoriale 118 vanno incontro a varie tipologie di rischio, diverse rispetto a quelle ospedaliere, vediamo quali sono in questo articolo e come possono essere prevenute
Il personale del 118 espleta la propria attività in ambito extra-ospedaliero, ambiente difficile ed “ostile” per definizione, dove non sono disponibili le risorse logistiche, professionali e diagnostico-strumentali dell’ospedale. Infatti, mentre alcuni fattori di rischio sono comuni altri presentano caratteristiche di quasi esclusività e sono in stretta correlazione al tipo di attività svolta, attività spesso caratterizzata dallo svolgersi in ambienti di lavoro particolari come all’aperto o su strada, in case private, cantieri, uffici, ecc., con la presenza, anche contemporanea, di numerosi fattori di disturbo (clima e intemperie, affollamento, ecc.), sotto la pressione dell’emergenza e con poche possibilità di adottare soluzioni alternative e meno rischiose.
Nell’ambito del servizio di emergenza territoriale si possono individuare come prevalenti, fra le diverse tipologie di rischio, le seguenti:
a) Rischio tecnologico
Sono principalmente identificati come tecnologici i rischi legati alla presenza e all’utilizzo di dispositivi medici. Un aspetto importante per ridurre i rischi del soccorso extraospedaliero è legato alla conoscenza di tali presidi. Gli strumenti utilizzati nell’emergenza sanitaria sono relativamente pochi rispetto a quelli disponibili all’interno dei reparti intensivi ospedalieri. Le modalità di utilizzo dei monitor defibrillatori, dei ventilatori polmonari, degli aspiratori, degli impianti di erogazione di ossigeno, delle barelle e degli altri dispositivi per l’immobilizzazione devono essere patrimonio di tutti gli operatori e pertanto devono essere attuati percorsi formativi appropriati.
Il rischio associato all’utilizzo di dispositivi medici può essere distinto in due categorie: rischio diretto (di tipo infortunistico) agente indifferentemente su pazienti ed operatori sanitari e rischio indiretto (non corretta funzionalità dei dispositivi medici), sostanzialmente riferito alle ripercussioni dannose nei processi di diagnosi, assistenza e cura rivolti al malato (es. mancata erogazione della scarica da parte del defibrillatore). Le condizioni principali per garantire l’uso sicuro dei dispositivi e che riducono la probabilità di accadimento di evento avverso sono: verifiche periodiche di sicurezza e loro esito; valutazione dell’obsolescenza clinica e tecnologica dell’apparecchiatura; corretta e periodica formazione ed informazione del personale addetto all’utilizzo delle tecnologie ad esso affidate.[1]
Ai fini della prevenzione di eventi sentinella ed eventi avversi in tale ambito il Ministero ha emanato nel 2009 una specifica Raccomandazione[2] rivolta a tutte le strutture sanitarie. L’obiettivo della Raccomandazione è la riduzione degli eventi avversi riconducibili al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali derivanti da una scarsa e/o non corretta manutenzione degli stessi.
b) Rischio sanitario
Come in tutti gli ambiti anche in emergenza esiste il rischio di provocare un danno involontario al paziente. In questo caso il danno al paziente ricade indirettamente sull’operatore per le conseguenze civili o penali ai quali può andare incontro in caso di denuncia.
c) Rischio di infortunio
I lavoratori impegnati nell’ambito dell’emergenza territoriale subiscono, oltre ai rischi comuni ai lavoratori del settore ospedaliero (rischio fisico, biologico, chimico, sforzi fisici, lavoro notturno), ulteriori fattori di rischio specifico, quali:
– Rischi da esposizione a rumore (segnalatore acustico del mezzo di soccorso e traffico veicolare) e vibrazioni meccaniche prodotte dal mezzo;
– Rischio per esposizione a bronco-irritanti e cancerogeni dovuti al traffico veicolare urbano quali ad esempio Idrocarburi, Benzene, poveri sottili, ecc.
– Rischio di incidenti stradali in occasione della conduzione dei veicoli durante il soccorso. Sono molteplici i fattori di rischio in questo senso come, ad esempio, lo stato critico delle strade (buche, illuminazione, ecc.), la carenza di manutenzione dei mezzi, ecc.
– Rischio di aggressione, solitamente da parte di pazienti psichiatrici o sotto effetto di sostanze alcoliche e/o stupefacenti. Rispetto all’ambiente controllato di un ospedale, i soccorritori 118 si trovano ad affrontare maggiori rischi trovandosi ad operare nello spazio ristretto di un’ambulanza con pazienti agitati, combattivi o addirittura violenti;
– Rischi durante intervento in civile abitazione (es. fumo, fughe di gas, intossicazioni da monossido di carbonio, morso di animali domestici);
– Rischi legati all’utilizzo di ossigeno sui mezzi di soccorso – Sono noti i numerosi casi di incidente dovuti a questo gas, alcuni dei quali hanno causato gravi ustioni agli operatori e ai soggetti che si trovavano nelle vicinanze;
– Rischi durante intervento in strada – L’intervento in strada è una delle situazioni più a rischio per l’incolumità dei soccorritori. I pericoli sono molti: pali della corrente abbattuti, presenza di carburante sull’asfalto, trasporto di merci pericolose, pericolo di scoppio o incendio dei veicoli, rischio di investimento da parte di altri veicoli in transito, ecc.;
– Rischio di puntura accidentale – Il rischio di punture accidentali con ago è alto negli operatori dell’emergenza a seguito della specificità del lavoro a cui sono sottoposti e che il più delle volte non consente di operare in modo agevole come in ospedale, per esempio quando si lavora in ambienti non protetti o poco illuminati, posizioni scomode, ambulanza in movimento, spesso con il disturbo di terze persone a volte anche ostili, condizioni psicofisiche del paziente che non offre collaborazione al trattamento perchè agitato, ecc.;
– Rischio da stress lavoro-correlato – Gli operatori possono facilmente andare incontro a situazioni di stress che si traducono in modificazioni fisiopatologiche note come “reazioni da stress” che possono predisporre l’organismo a un gran numero di patologie, non ultimo il rischio di patologie cardiache;[3]
– Rischio psicologico – E’ noto in letteratura l’effetto traumatico in termini emotivi che situazioni tipiche dell’urgenza possono avere sugli operatori del soccorso 118. Incidenti stradali con molte vittime, scene cruente, interventi che riguardano bambini, ecc. possono provocare intenso stress emotivo e causare problemi psicologici a lungo termine come per esempio il disturbo post-traumatico da stress;[4]
– Rischio da esposizione a campi elettromagnetici – Questo è uno dei rischi più “recenti” e quindi anche poco conosciuti perchè legato all’implementazione delle nuove tecnologie sui mezzi di soccorso. Le ambulanze cosiddette “intelligenti”, dotate di apparati radio e satellitari si avvalgono per il loro funzionamento di onde elettromagnetiche i cui rischi non sono ancora perfettamente noti sulla salute umana.
Quale prevenzione?
Si ritiene che il modo per garantire contemporaneamente il miglior servizio di soccorso possibile e nello stesso tempo garantire l’incolumità degli operatori dell’emergenza territoriale sia quella di studiare e predisporre adeguate procedure di intervento, cui attenersi nell’espletamento del servizio,[5] come tra l’altro prevede anche la normativa.[6, 7]
Lo stesso Ministero della salute raccomanda l’adozione sistematica di procedure/protocolli, la formazione e l’addestramento continuo del personale come un’attività di primaria importanza, per garantire sicurezza al paziente e agli stessi operatori.[8]
Importante è anche la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, per far in modo che ogni operatore possa conoscere i rischi specifici della propria attività e porre in essere adeguati comportamenti preventivi.[9]
In un altro articolo abbiamo illustrato gli aspetti legali e i profili di responsabilità in ordine alla mancata verifica dei dispositivi medici e apparecchiature elettromedicali (qui).
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BIBLIOGRAFIA
[1] Ministero della Salute. Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico: manuale per la formazione degli operatori sanitari. Roma, 2006, pagg. 123-4
[2] Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Raccomandazione n. 9. Prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. 2009
[3] Smyth A., O’Donnell M., Lamelas P. ”Physical Activity and Anger or Emotional Upset as Triggers of Acute Myocardial Infarction”. Circulation. 2016;134:1059-1067
[4] Shepherd L, Wild J. “Cognitive appraisals, objectivity and coping in ambulance workers: a pilot study“. Emerg Med J. 2014 Jan;31(1):41-4
[5] Cunial M. E., Cipollotti G., Benci L. “118, un servizio integrato per l’emergenza territoriale“. McGraw Hill, 1999. Pag. 73
[6] DPR 27 marzo 1992. “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”. Gazzetta Ufficiale 31 marzo 1992, n. 76
[7] Legge n. 24/2017. “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”
[8] Ministero della Salute. Raccomandazione n. 11 “Morte o grave danno conseguenti ad un malfunzionamento del sistema di trasporto intraospedaliero, extraospedaliero”. Roma, 2010
[9] Decreto Legislativo 09-04-2008, n. 81
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