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Operatori sanitari: chi si prende cura di chi cura?

 

La pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova i servizi sanitari generando stress ed esaurimento tra gli operatori sanitari. Come garantire, dopo la pandemia, adeguate misure di sicurezza e condizioni di lavoro più dignitose per gli operatori sanitari? Chi si prende cura di chi cura?

 

I sistemi sanitari svolgono un ruolo chiave nella protezione, ripristino e mantenimento della salute dei pazienti e delle popolazioni. Un personale sanitario ben formato, motivato e supportato è fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. La pandemia da Covid-19 ha portato l’attenzione sull’importanza della protezione degli operatori sanitari, sottolineando la necessità di garantire loro adeguate condizioni di sicurezza.

Per garantire la miglior qualità possibile di vita degli anziani e degli ammalati è infatti importante prendersi cura anche di coloro che se ne prendono cura. Gli operatori sanitari (medici, infermieri, ecc.) di tutto il mondo sono in prima linea nella battaglia quotidiana per contenere le malattie e salvare vite umane, rischiando spesso la propria salute e talvolta la propria vita, come si è verificato nel caso del Covid-19. Gli operatori sanitari devono affrontare rischi professionali rilevanti come rischi chimici, fisici, da movimentazione carichi e psicosociali, inclusa la violenza, che incidono pesantemente sulla loro sicurezza oltre che quella dei pazienti. Condizioni di lavoro non sicure sicuramente aumentano questi rischi.

La pandemia di Covid-19 ha ancor più evidenziato i problemi profondamente radicati che affliggono il personale sanitario, come il burnout, la retribuzione bassa e le condizioni di lavoro pericolose. I risultati di numerosi studi dimostrano che persiste tra i sanitari una forte demotivazione, con intenzione di lasciare il posto di lavoro o trasferirsi all’estero: dei più di 100 mila italiani laureati emigrati all’estero nel 2022, moltissimi sono medici e infermieri. 

Lo sviluppo e l’attuazione di programmi nazionali per la protezione della salute e della sicurezza di tutti gli operatori sanitari deve diventare una priorità. Questo per evitare che si ripeta quanto abbiamo visto nella prima fase della pandemia, con personale medico-infermieristico insufficiente, turni di lavoro massacranti, accumulo di stress psico-fisico, orari di lavoro prolungati, operatori sanitari costretti a lavorare in condizioni precarie e in contesti impropri, senza parlare delle carenze organizzative e strutturali come mancanza di posti letto, mancanza di dispositivi di protezione individuale, ecc.

Il benessere dei lavoratori non può prescindere da adeguate condizioni di lavoro.  Il rispetto di condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli operatori sanitari è uno degli impegni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a seguito della pandemia, ha richiesto a tutti gli Stati membri di adottare. Per l’OMS tutti gli Stati membri dovrebbero dotarsi di uno specifico programma nazionale finalizzato alla protezione della salute, della sicurezza e del benessere dei lavoratori nel settore sanitario, comprendente tutti i rischi professionali, compresi quelli infettivi, da movimentazione carichi, fisici, chimici e psicosociali. Ciò porterà a sostanziosi benefici in termini di salute e benessere individuali e collettivi, sia per gli operatori sanitari che per coloro che assistono, e preparerà meglio i paesi a gestire le prossime emergenze sanitarie che ci attendono, oltre che a rafforzare i sistemi sanitari per fornire servizi essenziali e quotidiani.

Purtroppo come rivela l’ultimo rapporto del 2024 dell’OMS solo un terzo dei paesi nel mondo ha sviluppato piani d’azione e programmi nazionali per la sicurezza dei pazienti, anche se oltre il 70% dei paesi ha compiuto lodevoli progressi in questo senso.

I paesi che hanno già iniziato questo percorso hanno registrato riduzioni degli infortuni e delle malattie legate al lavoro, nonché miglioramenti nell’ambiente di lavoro, nella produttività del lavoro e nel benessere degli operatori sanitari.

Investire non vuol dire soltanto acquistare macchinari e tecnologie: il primo investimento in una società civile deve essere effettuato sul capitale umano. Le risorse umane sono infatti un fattore imprescindibile in qualsiasi ambito, ma ancora di più in sanità, dove ci si dedica alla cura delle persone. 

 

In un altro articolo abbiamo parlato della valutazione dei rischi in ambiente sanitario (qui).

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BIBLIOGRAFIA

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