Vediamo quali sono le principali terapie farmacologiche oggi utilizzate nella cura dei tumori e le nuove prospettive terapeutiche che si aprono in questo campo
In condizioni normali, le cellule del nostro corpo crescono e si dividono, producendo così altre cellule che mantengono l’organismo sano e ben funzionante. A volte, però, questo processo di riproduzione cellulare “impazzisce” per cui le cellule si dividono troppo spesso e in maniera disordinata e incontrollata. Da queste cellule in sovrannumero si forma la massa tumorale.
Una delle domande che le persone si pongono più frequentemente è a che punto sia la ricerca per la cura dei tumori. Gli sviluppi della scienza e della tecnologia, parallelamente alla migliore organizzazione dei sistemi sanitari, hanno prodotto notevoli progressi in oncologia, sia in ambito diagnostico che terapeutico-assistenziale.
Il limite maggiore dei farmaci Chemioterapici tradizionali, che ancora oggi sono molto utilizzati, si basa sul fatto che il farmaco non riesce a differenziare tra cellule normali e cellule tumorali, per cui colpisce le une e le altre indistintamente, da qui i noti effetti indesiderati (perdita di capelli, problemi gastrointestinali, mielosoppressione, ecc.). E’ un compromesso che è necessario accettare se si vuole la maggiore efficacia possibile del trattamento. I medici oggi somministrano questi farmaci con maggiore esperienza, e in maniera più mirata, diminuendo gli effetti collaterali.
Sapendo questo, la sfida resta quella di identificare «bersagli» specifici, cioè presenti solo sulle cellule tumorali, per poterle colpire senza uccidere i tessuti sani e minacciare la salute del paziente. Recenti evidenze sperimentali hanno aperto nuovi orizzonti e speranze in questo senso come la terapia con gli Anticorpi Monoclonali. Ma di cosa si tratta, esattamente? Gli anticorpi sono molecole prodotte dal sistema immunitario in grado di riconoscere in modo specifico alcune proteine presenti sulla superficie delle
cellule estranee all’organismo (antigeni). Le cellule tumorali presentano antigeni di membrana in grado di essere riconosciuti dal nostro sistema immunitario. Si sfrutta quindi l’uso di anticorpi per far in modo che alcuni elementi della cellula tumorale siano riconosciuti da questi come antigeni. Gli anticorpi monoclonali hanno la funzione di legarsi agli antigeni presenti sulla superficie della cellula rendendoli riconoscibili da parte dei fagociti (un pò come fornire la foto segnaletica di un ladro alla Polizia). Lo scopo di questa terapia è quello di stimolare nel paziente una reazione immunitaria rivolta verso la massa tumorale in crescita. è quindi una terapia personalizzata perché il paziente stesso, attraverso la terapia immunologica, produce degli anticorpi contro il tumore. I farmaci di questo genere terminano con l’acronimo inglese “mab”, per esempio il Trastuzumab, usato con successo nel carcinoma della mammella.
Altro approccio terapeutico innovativo è quello che si avvale di molecole definite Inibitori della trasduzione del segnale. Sappiamo che le cellule tumorali, come tutte le cellule, “comunicano” fra loro. La loro attività proliferativa nasce dal fatto che la cellula invia dei messaggi alle altre cellule, quindi abbiamo la proliferazione e l’invasività. Questo ruolo di comunicazione è gestito da alcune proteine dette “trasduttori del segnale”. Alcuni farmaci inibiscono queste proteine, e perciò la loro funzione e quindi la capacità proliferativa di queste cellule.
Altre interessanti opportunità terapeutiche sono quelle legate alla Terapia genica, dove si introducono nella cellula bersaglio i geni in grado di correggere le anomalie del DNA. Si è sentito molto parlare in questi ultimi tempi dei risultati ottenuti grazie alla terapia nota come CAR-T, che conferma questa possibilità. È ormai accertato che, come in altre forme di patologia, anche in quella tumorale la componente genetica è fondamentale. Nella cellula tumorale c’è un’alterazione nell’informazione genetica, nel DNA, che ad un certo momento trasmette un’informazione sbagliata alle cellule figlie con modificazione della sequenza dei nucleotidi che corrisponde a quei geni che codificano per le proteine, che sono responsabili della sintesi delle proteine cellulari, dei fattori di accrescimento, ecc. Oggi abbiamo a disposizione dei sistemi di indagine molecolare che permettono di valutare dove è l’errore genetico e di sostituire il gene errato con il gene appropriato. Si interviene nella sequenza dei nucleotidi e addirittura si possono anche sostituire le cellule. Chiaramente è una terapia estremamente personalizzata che può dare dei risultati sicuramente più promettenti della terapia classica attualmente utilizzata. La terapia genica si usa oggi soprattutto nelle neoplasie del midollo osseo ed in alcune forme di cancro della prostata e del polmone.
In un altro articolo abbiamo parlato di sintomi, cause e terapia del linfoma gastrico (qui).
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BIBLIOGRAFIA
Malik B, Ghatol A. “Understanding How Monoclonal Antibodies Work“. [Updated 2023 Jun 26]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan
“Cancro e farmaci. A che punto siamo e cosa ci aspetta, dalla Sif dieci risposte a dieci domande“. Sito web QuotidianoSanità, 04-02-2021
Foto di PDPics da Pixabay