Di fronte ad un’emergenza la prima cosa da fare è proteggere il personale sanitario, che è il bene più prezioso. Ma è stato fatto?
L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha qualificato il Coronavirus, ovvero il virus altamente infettivo che si sta diffondendo nel mondo, come pandemia. Da quando la Cina ha annunciato al mondo l’esistenza del virus (31 dicembre 2019) a quando il virus è arrivato in Italia (23 febbraio 2020) sono passati quasi due mesi.[1] In questo lasso di tempo si poteva predisporre un piano per fronteggiare l’emergenza, che era di fatto annunciata. Infatti il compito di chi gestisce la sanità è anche quello di attivarsi in una logica preventiva, per evitare che i problemi accadano. Ciò non è avvenuto e ci siamo trovati impreparati, non senza conseguenze, per cittadini e operatori.
L’impreparazione si è espressa, almeno nella fase iniziale della malattia, in alcune criticità. Per esempio la mancanza di percorsi differenziali in ospedale per pazienti che si presentavano per altre problematiche rispetto a quelli potenzialmente infetti, che mostravano un quadro sintomatologico compatibile con il Coronavirus. A tal proposito risulterebbero esser state avviate, da parte di alcune Procure, indagini tese a comprendere se vi siano responsabilità omissive in merito da parte delle strutture sanitarie interessate dal contagio.[2] Si ricorda che la normativa vigente impone alle aziende di adottare linee guida, protocolli, procedure nell’ambito delle proprie attività per la prevenzione dei danni ai pazienti e agli operatori.[3] [4] [5] [6] Il sospetto che vi siano state carenze nelle misure di profilassi nei primi momenti dell’infezione da Coronavirus nasce anche dall’osservare che più del 10% dei contagiati è presente tra il personale sanitario, cosa che non trova corrispondenza nelle evidenze scientifiche per casi simili.
Altra criticità che ha colpito è stata la mancanza di dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari. Già il 13 febbraio 2020 l’autorevole rivista “Lancet”[7] lanciava l’allarme sul fatto che il virus potesse trasmettersi anche in assenza di sintomi e pertanto suggeriva di utilizzare, anche nelle fasi iniziali dell’epidemia, adeguati dispositivi di protezione individuale (occhiali protettivi, maschere FFP2 e camice idrorepellente). Pazienti asintomatici sono andati in giro per gli ospedali infettando un numero elevato di professionisti e talvolta anche di altri pazienti.
E’ importante sapere che la mascherina chirurgica (quella verde o azzurrina, in tessuto-non tessuto) è un dispositivo che va bene per i pazienti infetti, per impedirgli di contagiare altre persone, mentre i sanitari dovrebbero indossare le mascherine FFP2 o meglio ancora FFP3 che sono Dispositivi di Protezione Individuale e proteggono l’utilizzatore da agenti patogeni esterni come il Coronavirus (o almeno dovrebbero essere indossate da chi opera nei servizi più a rischio come 118, PS, radiologia, terapie intensive).
Se vogliamo tutelare il nostro personale dobbiamo quindi adottare protocolli uniformi di comportamento per gli operatori sanitari che tengano conto delle evidenze scientifiche e adoperarci seriamente per avere i Dispositivi di Protezione Individuale in qualità e quantità adeguate.
In un altro articolo abbiamo parlato del pericolo rappresentato dal Coronavirus per il sistema sanitario statunitense (qui).
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BIBLIOGRAFIA
[1] “Focolaio di infezione da un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)”. Istituto Superiore di Sanità, 16 gennaio 2020 (link)
[2] Frittelli T. Hazan M. “Coronavirus e responsabilità professionale. Serve una norma che “metta in sicurezza” operatori e Asl da richieste di risarcimenti e conflitti giurisdizionali”. Articolo pubblicato sul portale di informazione sanitaria QuotidianoSanità in data 10-03-2020 (link)
[3] Ministero della Salute. Decreto Ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. Punto 5.3
[4] Scorretti C. Atti del seminario “Linee guida e buone pratiche. Implicazioni giuridiche e medico-legali. Cosa cambia nella sanità”. Trieste, 25 novembre 2016
[5] Ministero della Salute. “Monitoraggio degli eventi sentinella. 5° Rapporto (settembre 2005-dicembre 2012)”. 2015. Pag. 14
[6] Legge 24/2017 “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”
[7] De Chang, Huiwen Xu, Andre Rebaza, Lokesh Sharma, Charles S Dela Cruz. Protecting health-care workers from subclinical coronavirus infection. Lancet February 13, 2020