La blockchain promette di rivoluzionare il mondo della sanità, dove i campi di applicazione sono innumerevoli. Ma di che cosa si tratta, esattamente?
Il digitale promette di rivoluzionare la sanità e la tecnologia blockchain si pone come fulcro di questa trasformazione. Ma che cos’è precisamente? La blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una sorta di “libro mastro” elettronico che tiene traccia di tutte le transazioni eseguite in una rete, che vengono registrate sotto forma di dati criptati che nessuno può modificare.[1] [2]
La novità di questa tecnologia sta nel fatto che mentre oggi ci avvaliamo per le nostre transazioni digitali di soggetti terzi, di intermediari (per esempio delle banche per le nostre transazioni finanziarie) nella blockchain non esisterà più un’autorità centrale ma è la stessa piattaforma che assicura lo scambio sicuro dei dati tra i soggetti partecipanti. Questo perchè il “libro mastro” non è detenuto da un unico soggetto, ma è distribuito, replicato tra tutti i partecipanti e aggiornato ad ogni transazione. Ciò fa si che dati, man mano che vengono inseriti vanno a costituire dei “pacchetti”, detti “blocchi”, che sono collegati indissolubilmente tra loro. Questa distribuzione condivisa dei dati rende gli stessi immutabili perchè per modificare il contenuto di un blocco, per esempio un documento o una immagine, sarebbe necessario apportare tali modifiche su tutti i computer della piattaforma, cosa di fatto impossibile.
Ma quali sono le opportunità e i vantaggi più significativi per il settore sanitario derivanti dall’implementazione di questa nuova tecnologia? Facciamo alcuni esempi:
- potrebbe essere utilizzata dal medico per prescrivere farmaci, che andrebbero poi ritirati in farmacia senza necessità di tessere, ricette e quant’altro;
- potrebbe essere utilizzata per la tracciabilità dei farmaci. Si stima che il 10% dei farmaci nel mondo sia contraffatto, inclusi i medicinali salvavita, con potenziali danni per il paziente; la blockchain garantirebbe la certezza sulla provenienza del farmaco ed eviterebbe le contraffazioni;
- potrebbe essere utilizzata nei trial clinici, per certificare il fatto che un nuovo farmaco ha seguito correttamente il protocollo, senza possibilità di falsificazioni;
- potrebbe permettere l’integrazione informativa e funzionale tra i diversi nodi della rete sanitaria (medici di famiglia, ambulatori, Case della salute, ospedali) attraverso la condivisione dei dati dei pazienti, in modo sicuro e incorruttibile;
- potrebbe garantire l’inviolabilità delle cartelle cliniche, perchè rimarrebbe traccia di eventuali dati eliminati o modificati;
- potrebbe essere utilizzata per tutelare la riservatezza dei dati personali dei pazienti nei servizi connessi alla telemedicina; grazie alla crittografia tutte le informazioni sono protette e si supererebbero gli attuali strumenti, non efficaci quanto la blockchain, utilizzati per garantire la privacy dei dati;
- potrebbe essere utilizzata in situazioni d’emergenza per avere a disposizione in tempo reale informazioni indispensabili alle cure quali gruppo sanguigno, allergie, interventi chirurgici pregressi, terapia in corso, ecc.
Con la blockchain le informazioni sarebbero accessibili al paziente in ogni momento, evitando inutili perdite di tempo per richieste di documenti o altri dati che lo riguardano alle strutture sanitarie (es. cartella clinica, referti medici, analisi di laboratorio, ecc.).
L’immodificabilità dei dati inseriti nella blockchain garantirebbe la possibilità di certificare il rispetto di linee guida/protocolli/procedure utilizzate dai professionisti sanitari (medici, infermieri, ostetriche, ecc.).
Inoltre l’immutabilità e la tracciabilità permetterebbero di verificare la veridicità delle informazioni cliniche e di evitare certificazioni di invalidità o perizie mediche false, molto frequenti per esempio in ambito assicurativo.[3]
L’utilizzo della piattaforma blockchan costituirebbe il primo passo verso il superamento della frammentarietà dei servizi sanitari regionali che si è venuta a creare con la riforma del Titolo V della costituzione.
Poiché i vantaggi sopra descritti sono evidenti, questa tecnologia sarà sempre più diffusa in sanità. Esistono già esempi di applicazione pratiche. in Estonia, la blockchain applicata alla sanità è ormai una realtà da anni: il 95% dei dati sanitari è digitalizzato su blockchain.[4] Un ospedale di Taiwan utilizza questa tecnologia per la gestione delle cartelle cliniche.[5]
L’Italia vuole porsi all’avanguardia nello sviluppo di questa nuova tecnologia utilizzandola per favorire e potenziare la trasformazione digitale del Paese; per questo sono in corso di pubblicazione apposite linee guida da parte dell’AGID (Agenzia per l’Italia digitale). Questo interesse si inquadra in un disegno più generale dell’Unione Europea finalizzato alla trasformazione digitale e all’indipendenza tecnologica dell’Europa rispetto ad altri paesi come Cina e USA.[6]
In un altro articolo abbiamo parlato dei rischi e vantaggi della telemedicina (qui).
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BIBLIOGRAFIA
[1] Marinelli A., Gabanelli M. “Non avete mai capito cosa è la blockchain? Proviamo a spiegarvelo noi”. Sito web Corriere della sera, 2018 (link)
[2] Garavaglia R. “Tutto su Blockchain. Capire la tecnologia e le nuove opportunità” Hoepli, 2018
[3] D’ambrosio M. “Blockchain e sanità: cosa cambierà”. Articolo pubblicato sul sito “Impactscool”, 2020
[4] Einaste T. “Blockchain and healthcare: the Estonian experience”. 2018 (link)
[5] Morris N. “Taiwanese hospital launches blockchain health records“. 2018 (link)
[6] Cappello L., Belisario E., Giambelluca A. “Blockchain in sanità: sfide e potenziale di una tecnologia che può fare la differenza per il SSN“. Policy and Procurement in Healthcare, 02 febbraio 2021