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Emergenza in reparto: quali responsabilità per i sanitari, in caso di inadempienza?

L’emergenza in reparto è un evento improvviso e drammatico, che richiede un intervento tempestivo per evitare conseguenze al paziente. In quali responsabilità incorre il personale sanitario, in caso di mancato intervento?

 

Mentre il sistema di emergenza 118 garantisce il soccorso in ambiente extraospedaliero in pochi minuti, lo stesso non può dirsi in caso si verifichi un’emergenza nei reparti di degenza. Ancora oggi si assiste a situazioni in cui, durante un’emergenza in reparto, nessuno sa cosa fare, chi chiamare, con il carrello delle emergenze magari impolverato, sprovvisto del materiale o addirittura chiuso a chiave. L’assenza o il malfunzionamento dell’equipaggiamento contribuisce a ritardi nel trattamento. E’ necessario sapere che il mancato controllo delle strumentazioni e delle apparecchiature elettromedicali può comportare conseguenze penali per il personale sanitario. Vediamo perchè. Continua a leggere Emergenza in reparto: quali responsabilità per i sanitari, in caso di inadempienza?

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Dopo la legge “Gelli” è necessario rivedere il sistema di finanziamento degli ospedali

Dopo la legge “Gelli” è necessario aggiornare il sistema di finanziamento degli ospedali, vediamo perchè

 

A seguito dell’applicazione dei decreti legislativi 502/92[1] e 517/93[2] gli ospedali non sono più remunerati secondo la spesa storica ma con un sistema di finanziamento a prestazione detto DRG (Disease Related Groups, in italiano raggruppamenti omogenei di diagnosi). Dato che costerebbe troppo misurare quanto costa un paziente singolo si raggruppano i pazienti con la stessa patologia presumendo che abbiano lo stesso costo. È quindi un metodo di pagamento che si basa sull’idea che il rimborso non deve essere correlato alle spese effettive sostenute ma alle spese medie attese, indipendentemente dal costo effettivo delle cure prestate. Continua a leggere Dopo la legge “Gelli” è necessario rivedere il sistema di finanziamento degli ospedali

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Perché è necessario legare la sicurezza delle cure alla valutazione dei manager delle ASL

 

E’ necessario che le attività di gestione del rischio sanitario e sicurezza delle cure siano legate alla valutazione dei manager delle ASL. Vediamo perchè

 

La normativa vigente[1, 2] stabilisce che all’atto della nomina dei manager delle ASL, le Regioni definiscano e assegnino a tali figure gli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi che dovranno raggiungere. La valutazione finale sul loro operato, al termine dell’incarico, viene agganciata al raggiungimento di detti obiettivi. Continua a leggere Perché è necessario legare la sicurezza delle cure alla valutazione dei manager delle ASL

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Primo, non nuocere: principi basilari per la prevenzione degli errori sanitari

Gli errori sanitari espongono a rischio di danni i pazienti e a responsabilità professionale il personale che eventualmente li compie. Vediamo in che modo si possono evitare o, quanto meno, limitare

 

Negli ultimi decenni la medicina ha subito un notevole sviluppo in numerosi campi. Ciò ha consentito indiscutibilmente di ampliare le proprie aree di intervento, ma ha anche aumentato la possibilità di incorrere in eventuali errori con le conseguenze che ne derivano, per pazienti e operatori. “Primo: non nuocere” è uno dei principi cardine della medicina, fin dalle origini e ci ricorda come sia importante prevenire e mitigare i potenziali eventi avversi che possono derivare dall’assistenza sanitaria. Vediamo in questo articolo quali sono i principi basilari di prevenzione degli errori sanitari e cosa fare in concreto per eliminarli o, quanto meno, ridurli. Continua a leggere Primo, non nuocere: principi basilari per la prevenzione degli errori sanitari

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L’operatore sanitario non è responsabile del danno al paziente in caso di cattiva organizzazione della struttura

La giurisprudenza afferma che se l’ospedale è carente per strutture e organizzazione il sanitario non risponde per l’evento avverso: vediamo perchè 

(Aggiornato dicembre 2020)

Come dimostrato dalla letteratura internazionale, le cause degli errori e degli avvenimenti avversi in sanità sono spesso da ricercarsi nell’intera organizzazione del lavoro, che crea le condizioni favorevoli al verificarsi dell’errore, e non solo nel comportamento del singolo.[1] Ciò coinvolge anche il tema della responsabilità professionale perché, come è emerso da numerose sentenze di condanna per malpractice medico-sanitaria, se l’ospedale è carente per struttura e organizzazione il sanitario non risponde di eventuali eventi di danno al paziente. Continua a leggere L’operatore sanitario non è responsabile del danno al paziente in caso di cattiva organizzazione della struttura

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Omicidio colposo e responsabilità sanitaria: le sentenze degli ultimi anni

Vediamo alcune sentenze, riguardanti gli operatori sanitari, per il reato di omicidio colposo

 

In caso di morte del paziente, laddove di evidenzino delle responsabilità, gli operatori sanitari rispondono in sede penale per il reato di omicidio colposo. Nel reato di omicidio colposo, come in tutti i reati colposi, il soggetto autore del reato non vuole intenzionalmente commettere il reato ma l’evento si verifica ugualmente a causa di negligenza, imperizia, imprudenza, oppure per inosservanza di leggi, ordini, regolamenti e discipline.[1] Continua a leggere Omicidio colposo e responsabilità sanitaria: le sentenze degli ultimi anni

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Come si configura la responsabilità penale dell’operatore sanitario?

Vediamo in questo articolo quali sono gli elementi necessari al Giudice per provare la responsabilità penale dell’operatore sanitario (medico, infermiere, ecc.)

 

L’art. 27 della Costituzione afferma che la responsabilità penale è personale. Significa che ognuno risponde penalmente dei propri comportamenti e non del fatto di altri. Lo stesso articolo afferma che l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva che interviene dopo essere stati condannati in 1° grado, in Appello e poi in Cassazione.
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Il Nudging: una nuova strategia per la promozione della salute

Il nudging è un sistema per spingere le persone ad adottare comportamenti virtuosi, anche nel campo della salute. Vediamo come funziona

 

Lo scorso anno il premio Nobel per l’economia è stato assegnato allo studioso Richard Thaler, famoso anche per essere il teorico del “nudging”. Ma che cos’è il nudging? Il termine inglese nudging viene tradotto in italiano con la locuzione “spinta gentile”. Esso indica un’azione volta ad incentivare (o disincentivare) comportamenti individuali ritenuti benefici (o nocivi) per il soggetto stesso che li compie. In pratica si tratta di una teoria secondo la quale le persone vanno guidate nella scelta di ciò che è meglio per loro, pur essendo lasciate libere di comportarsi diversamente.[1] Un esempio classico è il seguente: in molti paesi l’aumento del prezzo delle sigarette non ha ridotto il consumo di quest’ultime tra i fumatori, migliori risultati sono stati invece ottenuti inserendo sui pacchetti immagini sgradevoli delle conseguenze che il fumo può provocare.

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La movimentazione manuale dei pazienti nel servizio 118: rischi e soluzioni

 

La professione di soccorritore 118 comporta la movimentazione manuale dei pazienti con il relativo rischio di infortunio. Vediamo in questo articolo cosa è possibile fare dal punto di vista della prevenzione

 

La professione di soccorritore nel servizio 118 comporta la movimentazione manuale dei pazienti durante l’attività di trasferimento dello stesso con appositi strumenti quali telo/barella/sedia portantina. La movimentazione manuale dei carichi rappresenta un rischio per l’apparato osteoarticolare, soprattutto del tratto dorso-lombare, ma anche rischio di sovraccarico biomeccanico al livello degli arti inferiori.[1] Continua a leggere La movimentazione manuale dei pazienti nel servizio 118: rischi e soluzioni

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SGSL: un modello di gestione per la sicurezza totale delle ASL

Il Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro (SGSL) ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la qualità nelle strutture sanitarie

 

Il D.Lgs 81/2008,[1] contenente il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, assegna al datore di lavoro gli obblighi in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Nelle Aziende Sanitarie il datore di lavoro è rappresentato dal Direttore Generale. La responsabilità del Direttore Generale non può essere mai esclusa laddove si tratti di adempimenti imposti ad esso in via esclusiva e quindi non delegabili, come la prevenzione degli infortuni.[2] Continua a leggere SGSL: un modello di gestione per la sicurezza totale delle ASL

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Reti tempo dipendenti e rischio sanitario: quale rapporto?

 

L’obiettivo delle reti “tempo dipendenti” è fornire il prima possibile al paziente l’intervento più adeguato per la sua patologia. La mancata adozione delle reti determina un aumento del rischio clinico collegato al differimento nel tempo del trattamento medico-specialistico necessario al paziente

 

(aggiornato marzo 2024)

La condizione di maggiore fragilità psico-fisica di una persona si manifesta in particolare nel bisogno di assistenza in emergenza. Per fornire una immediata ed efficace risposta in molte Regioni è stata operata una riorganizzazione dei servizi e dell’assistenza sanitaria secondo il concetto di rete previsto dal DM 70/2015,[1] di cui sono cardine le reti per le patologie cosiddette “tempo dipendenti”. Continua a leggere Reti tempo dipendenti e rischio sanitario: quale rapporto?

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Dopo il Covid più figure addette al controllo delle infezioni in ospedale

La crisi drammatica determinata dal Coronavirus ha evidenziato come negli ospedali manchino figure mediche ed infermieristiche appositamente dedicate al controllo delle infezioni

 

L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha qualificato la malattia da Covid-19 come pandemia. L’Italia si è trovata inizialmente in difficoltà nell’affrontare questa nuova minaccia, non solo per l’inedita potenzialità del virus, ma anche per l’evidenza di alcune criticità che si sono manifestate nel nostro Servizio Sanitario Nazionale sul fronte della lotta alle malattie infettive. Continua a leggere Dopo il Covid più figure addette al controllo delle infezioni in ospedale

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Violenza agli operatori sanitari: cosa fare in caso di aggressione?

 

Le aggressioni agli operatori sanitari sono sempre più frequenti. Vediamo in questo articolo cosa è possibile fare per prevenire un’aggressione in ospedale, quali sono i segni premonitori e cosa fare se siamo aggrediti

 

ll National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come: “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.[1] Il personale sanitario, in particolar modo quello operante nei servizi psichiatrici, di Pronto Soccorso e servizio 118, è esposto maggiormente, in virtù del tipo di attività svolta, al rischio di aggressione, anche se tale fenomeno può verificarsi in qualunque reparto.

l problema è molto sentito tanto che il Ministero della Salute considera le aggressioni “eventi sentinella” ossia “eventi avversi di particolare gravità, potenzialmente evitabili, che possono comportare morte o grave danno”.

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Importanza della “Cultura della sicurezza” negli ambienti di lavoro

È dimostrato che la “cultura della sicurezza”, in contrapposizione alla “cultura della colpa”, favorisce la segnalazioni degli errori nelle strutture sanitarie

 

È un fatto riconosciuto che i sistemi di gestione della sicurezza non sono semplicemente un insieme di procedure ed istruzioni operative, ma sistemi che devono sfruttare anomalie e mancati eventi segnalati dai lavoratori per garantire una aggiornata conoscenza di tutti i pericoli. Continua a leggere Importanza della “Cultura della sicurezza” negli ambienti di lavoro

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Aghi e taglienti: allarme sicurezza per gli operatori sanitari

Le ferite con aghi e taglienti sono sempre più frequenti tra gli operatori sanitari. Vediamo cosa è possibile fare ai fini della prevenzione

 

Gli operatori sanitari sono tra i lavoratori a maggior rischio di punture con aghi e taglienti. Come sappiamo il contatto con sangue o fluidi biologici espone a numerose infezioni trasmesse per via ematica, quali epatiti (B, C, D) e l’immunodeficenza acquisita.

Il problema riguarda tutte le categorie sanitarie ma gli infermieri risultano essere particolarmente esposti, essendo vittima di più della metà delle ferite da taglio e da punta.[1]Non senza pericoli: delle 64.841 esposizioni percutanee verificatesi nel nostro Paese tra giugno 1994 e gennaio 2009 il 20,5% ha comportato la comparsa di sieropositività per almeno uno dei microrganismi patogeni testati (HIV, HCV e HBV).[2] Continua a leggere Aghi e taglienti: allarme sicurezza per gli operatori sanitari

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Qualità in sanità: il ruolo degli indicatori

Il monitoraggio di indicatori di qualità consente di individuare aree di criticità, rappresentando cosi uno strumento di prevenzione dei rischi e promozione della sicurezza del paziente

 

La qualità è una caratteristica essenziale ed indispensabile dell’assistenza sanitaria ed è l’obiettivo che ogni professionista deve tenere in primo piano nello svolgimento delle proprie funzioni. Con qualità dell’assistenza sanitaria si intende il continuo miglioramento di quello che il sistema sanitario realizza per la persona assistita. La legge ha introdotto, fin dal 1992,[1] l’utilizzo di sistemi di verifica e di controllo della qualità delle prestazioni nel Servizio Sanitario Nazionale. Pertanto tutte le strutture sanitarie sono tenute a sviluppare sistemi di miglioramento della qualità e a rendere pubblici e trasparenti i risultati. Continua a leggere Qualità in sanità: il ruolo degli indicatori

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Utilizzo del sito web aziendale ai fini della segnalazione anonima degli eventi avversi da parte degli operatori

Le segnalazioni degli operatori sono fondamentali per individuare i problemi di sicurezza dei pazienti. Vediamo come le nuove tecnologie possono favorirle

 

In ogni azienda è attivo uno specifico sistema di segnalazione spontanea degli eventi avversi da parte degli operatori sanitari detto di “Incident Reporting”.  L’obiettivo principale di un sistema di segnalazione degli incidenti è il miglioramento della sicurezza dei pazienti, traendo insegnamenti dagli incidenti verificatisi e dagli errori commessi.

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Consenso Informato: quali obblighi per medici e infermieri?

Il mancato rispetto delle volontà espresse dal paziente può esporre il medico, ma anche gli altri operatori sanitari, a responsabilità civile e penale 

 

Il consenso informato costituisce l’atto primario del processo di cura poiché la Costituzione (Art. 32) impone l’assenso del paziente a qualsivoglia intervento diagnostico e terapeutico. La legge n. 219/2017 denominata “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, anche chiamata legge sul “biotestamento”,[1] è intervenuta in tema di consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici. Continua a leggere Consenso Informato: quali obblighi per medici e infermieri?

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Si può essere licenziati a causa di un errore sanitario?

Tra i licenziamenti motivati da responsabilità disciplinare troviamo anche quelli conseguenti a errore sanitario

 

(Articolo aggiornato luglio 2022)

La responsabilità disciplinare è una forma di responsabilità aggiuntiva rispetto a quella penale, civile e amministrativa nella quale incorre il lavoratore, sia esso pubblico che privato, nel momento in cui non osservi gli obblighi previsti dalla normativa legislativa e contrattuale. Continua a leggere Si può essere licenziati a causa di un errore sanitario?

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Novità per la legge “Gelli” in ambito penale: il sanitario risponde per imperizia anche se sbaglia a scegliere le linee-guida o ad attuarle

La recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione chiarisce definitivamente l’interpretazione normativa del nuovo articolo 590 –sexies cod. pen. introdotto dall’art. 6 della legge 24/2017 (legge “Gelli”)

 

A seguito della pubblicazione della legge 24/2017 ( meglio nota come “legge Gelli”) [1] sulla responsabilità professionale sanitaria le Sezioni Unite penali della Cassazione hanno ritenuto recentemente di dover intervenire per fornire una sorta di “interpretazione autentica” della nuova normativa. Questa si è resa necessaria alla luce di dubbi interpretativi su quale fosse, in tema di responsabilità colposa dell’esercente la professione sanitaria per morte o lesioni personali, l’ambito di esclusione della punibilità previsto dall’art. 590-sexies cod. pen. introdotto dall’art. 6 della legge. Continua a leggere Novità per la legge “Gelli” in ambito penale: il sanitario risponde per imperizia anche se sbaglia a scegliere le linee-guida o ad attuarle