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Quando l’emergenza è in reparto: il sistema di emergenza intraospedaliera

Mentre il sistema di emergenza 118 garantisce il soccorso sul territorio in pochi minuti, lo stesso non può dirsi in caso si verifichi un’emergenza in reparto, dove i tempi possono essere pericolosamente più lunghi

 

I pazienti ricoverati, specie se critici, possono andare incontro a complicanze o aggravamento delle condizioni durante il ricovero, non solo nei reparti intensivi ma anche nei normali reparti di degenza (il 30% degli arresti cardiaci avviene nelle aree non intensive). In tali casi è necessario agire immediatamente per ripristinare (o salvaguardare) le funzioni vitali (coscienza, respiro, circolo). Per rispondere a questa esigenza numerose linee guida nazionali e internazionali sono concordi affinchè la struttura sanitaria si doti di un sistema di emergenza intraospedaliera, per intervenire con prontezza in caso di necessità. Continua a leggere Quando l’emergenza è in reparto: il sistema di emergenza intraospedaliera

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Effetti del sovraffollamento sul mancato trattamento del dolore in Pronto Soccorso

 

Numerosi studi certificano che in caso di sovraffollamento in Pronto Soccorso i pazienti non ricevono un adeguato trattamento del dolore. Vediamo in questo articolo quali conseguenze ciò può comportare per pazienti ed operatori

 

Negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento esponenziale degli accessi in Pronto Soccorso (PS), determinando così il fenomeno del sovraffollamento.[1] Numerosi studi certificano che in caso di sovraffollamento in PS i pazienti non ricevono un adeguato trattamento del dolore mentre questo dovrebbe costituire una priorità per gli operatori sanitari considerando che il dolore rappresenta uno dei principali motivi di accesso. Continua a leggere Effetti del sovraffollamento sul mancato trattamento del dolore in Pronto Soccorso

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La prevenzione del rischio sanitario nel codice deontologico di medici e infermieri

L’erogazione di cure sicure che non causino danni al cittadino, in accordo con quanto stabilisce il codice deontologico del medico e dell’infermiere, rappresenta un principio fondamentale del diritto alla salute

 

La sicurezza del paziente è, per il medico e l’infermiere, un valore ed un impegno operativo da perseguire in ogni ambito del proprio agire. Un notevole contributo alla sicurezza delle cure è stato dato dai rispettivi codici deontologici che hanno introdotto tra i doveri dei professionisti sanitari la partecipazione ai programmi aziendali di gestione del rischio e la segnalazione degli errori al fine di analizzarli in un’ottica preventiva. Vediamo di seguito cosa prevedono i rispettivi codici dal punto di vista della prevenzione del rischio sanitario e la sicurezza delle cure. Continua a leggere La prevenzione del rischio sanitario nel codice deontologico di medici e infermieri

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Linee guida: prove scientifiche o interessi commerciali?

Gli interessi economici in sanità possono compromettere l’indipendenza della ricerca e influire, pertanto, sulla qualità delle cure e dell’assistenza ai pazienti

 

Le linee guida consistono in raccomandazioni di comportamento clinico, redatte sulla base di  aggiornati processi di rielaborazione della migliore letteratura scientifica, rivolte ai  sanitari, allo scopo di suggerire loro le modalità di intervento più appropriate in specifiche circostanze cliniche.[1] 

In materia di linee guida la legge n. 24/2017 (più nota come “legge Gelli”) sulla responsabilità professionale sanitaria[2] ha introdotto due importanti elementi di novità. In primo luogo, consente la pubblicazione delle linee guida alle società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in un apposito elenco istituito dal Ministro della Salute.[3] Poi, rende il rispetto delle linee guida di fatto obbligatorio per gli esercenti la professione sanitaria in quanto prevede l’esclusione della responsabilità penale nei casi di imperizia qualora siano state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida.[4] 

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Contenzione fisica: quali responsabilità per medici ed infermieri?

Per la Cassazione commettono il reato di “Sequestro di persona” i medici e gli infermieri che applicano o mantengono la contenzione fisica al paziente senza giustificato motivo. Vediamo le ragioni in quest’articolo

 

La contenzione fisica è una pratica utilizzata soprattutto in ambito psichiatrico e geriatrico per evitare le cadute dal letto o atti di violenza a se o agli altri in pazienti con alterazione dello stato di coscienza e/o alterazioni della funzione motoria. La contenzione fisica avviene bloccando o inibendo il movimento con apposite tecniche di immobilizzazione e applicando al corpo della persona, o nello spazio circostante, dei dispositivi fisici e meccanici quali corpetti con bretelle e cinture, bracciali o fettucce per polsi e caviglie, cinture di sicurezza o spondine per il letto.[1] Continua a leggere Contenzione fisica: quali responsabilità per medici ed infermieri?

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Informare i pazienti di un errore previene il rischio di denunce

Al contrario di quello che si potrebbe pensare informare i pazienti di un errore sanitario previene il rischio di un’azione legale nei propri confronti. Vediamo perchè

 

Gli errori nelle cure mediche sono purtroppo comuni ed hanno importanti conseguenze per i pazienti ma anche per gli operatori sanitari. Ma si devono rivelare ai pazienti gli errori commessi nelle cure? La risposta è affermativa. Continua a leggere Informare i pazienti di un errore previene il rischio di denunce

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Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

Le cadute dei pazienti rientrano tra gli eventi avversi più frequenti nelle strutture sanitarie. Vediamo brevemente cosa è possibile fare ai fini della prevenzione di questo pericoloso evento

 

Le cadute dei pazienti in ospedale non sono da sottovalutare considerando che possono causare traumi anche gravi al paziente fino al decesso, per esempio in caso di trauma cranico. La maggior parte delle cadute si verificano nei pazienti anziani, in particolare quelli sottoposti a terapia con farmaci psicoattivi come le benzodiazepine o che hanno deficit in termini di forza, mobilità o equilibrio ma anche i pazienti giovani che sono gravemente malati sono a rischio di cadute. Continua a leggere Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

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Errore sanitario: come ottenere il risarcimento dei danni?

Nell’eventualità di un danno al paziente, qualora si dimostri la responsabilità del sanitario o dell’ospedale, questi ha diritto a richiedere il risarcimento dei danni. Ma come fare? Ecco una breve guida

 

Dal punto di vista della responsabilità civile, nell’eventualità di un errore sanitario, la struttura è tenuta a garantire il diritto dei pazienti danneggiati e dei loro familiari ad un equo risarcimento del danno. In tali casi l’ospedale risponde non solo dell’operato dei propri dipendenti,[1] ma anche del proprio operato qualora i danni al paziente siano dipesi dall’inadeguatezza della struttura.[2] Continua a leggere Errore sanitario: come ottenere il risarcimento dei danni?

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La simulazione come strumento di prevenzione degli errori sanitari

Oggi gli operatori sanitari possono accrescere le loro competenze attraverso l’uso di strumenti innovativi come la simulazione. La formazione basata sulla simulazione consente di ridurre i rischi di errore e aumentare la sicurezza per il paziente

 

Si calcola che siano un milione e duecentomila, ogni anno, nel mondo, i decessi legati al rischio clinico cioè alla possibilità che un paziente subisca un danno involontario imputabile alle cure sanitarie. Tali perdite potrebbero essere scongiurate attraverso interventi di adeguata prevenzione. La formazione continua assume, da questo punto di vista, particolare rilevanza. Continua a leggere La simulazione come strumento di prevenzione degli errori sanitari

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Errori sanitari “da scrittura”: dal Ministero nuove regole per non sbagliare

Gli errori  sanitari “da scrittura”, da parte di medici e infermieri, possono determinare danni ai pazienti. Dal Ministero nuove regole per non sbagliare

 

Quasi la metà degli errori in sanità potrebbero essere evitati migliorando la comunicazione, non solo quella verbale, ma anche quella scritta.[1] La cattiva o incerta grafia è stata individuata infatti, sia dalla letteratura scientifica[2] che dalla casistica giurisprudenziale,[3] come una delle principali cause di errore e quindi di danni ai pazienti.

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Il sistema di emergenza urgenza in Italia

Vediamo come è strutturato, nei suoi tratti principali, il sistema di emergenza urgenza attualmente operante nel nostro paese, sia in ambito ospedaliero che extra-ospedaliero

 

Il sistema di emergenza urgenza attualmente operante nel nostro paese si articola in una fase di allarme e risposta territoriale e in una fase di risposta ospedaliera che coinvolge le strutture ospedaliere dell’emergenza (DEA/PS). La risposta territoriale all’emergenza viene garantita dalle Centrali Operative 118, dove si riceve e si processa la richiesta telefonica di soccorso, e le postazioni territoriali dove stazionano i mezzi di soccorso in attesa di essere attivati per l’intervento (ambulanze, auto mediche ed eliambulanze). La risposta ospedaliera viene garantita dalla rete dei presidi ospedalieri (PS, DEA I e DEA II). Vediamo di seguito i due ambiti, quello dell’emergenza ospedaliera e extraospedaliera. Continua a leggere Il sistema di emergenza urgenza in Italia

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Guida semplice alla legge Gelli sulla responsabilità professionale sanitaria

La legge Gelli affronta importanti temi quali la sicurezza delle cure, la responsabilità civile e penale dell’esercente la professione sanitaria e della struttura sanitaria. Vediamo insieme i punti salienti della legge, articolo per articolo

 

La legge n. 24/2017 (più nota come legge Gelli)[1] sulla responsabilità professionale sanitaria, entrata in vigore il 01 aprile 2017, nata con l’obiettivo di combattere l’aumento indiscriminato del contenzioso medico-legale (i risarcimenti danno al paziente) e il fenomeno della “medicina difensiva” (ovvero l’esecuzione di prestazioni cliniche da parte dei medici al solo scopo di tutelarsi dal rischio di azioni legali), ha introdotto importanti novità in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli operatori sanitari.

Vediamo di seguito quali sono, articolo per articolo, i punti salienti della legge accompagnati da un breve commento esplicativo. Continua a leggere Guida semplice alla legge Gelli sulla responsabilità professionale sanitaria

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Il Consenso informato in emergenza urgenza 118

Come comportarsi quando il paziente non è in grado di fornire un’adeguato consenso al trattamento, previsto per legge?

 

La legge 219/2017 contenente “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento[1] disciplina le modalità di espressione e di revoca del consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici. Continua a leggere Il Consenso informato in emergenza urgenza 118

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Che cos’è il rischio clinico e perchè riguarda tutti, pazienti, operatori e ospedali

Perché si verificano gli errori sanitari? E quali conseguenze hanno per pazienti, operatori e strutture sanitarie? 

 

Premessa

Il rischio clinico è la possibilità che un paziente subisca un danno involontario imputabile alle cure sanitarie. Purtroppo i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari, ancora oggi, non possiedono nessuna base di partenza sul rischio clinico dai propri studi universitari. Ciò assume particolare rilevanza considerando che la prevenzione del rischio si basa principalmente sulla conoscenza tra gli operatori degli elementi che lo costituiscono. Soprattutto a seguito dell’entrata in vigore della nuova legge 24/2017 sulla responsabilità professionale sanitaria (più conosciuta come “legge Gelli”)[1] è necessario che le università, ma anche le aziende, si adeguino fornendo una maggiore formazione in questo campo. Continua a leggere Che cos’è il rischio clinico e perchè riguarda tutti, pazienti, operatori e ospedali

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Quali sono le buone pratiche per la sicurezza delle cure?

La rilevanza delle buone pratiche per la sicurezza quale strumento per il miglioramento della sicurezza delle cure è stata recentemente confermata dalle legge n. 24/2017 (legge “Gelli”). Ma quando si può parlare di buone pratiche?

 

Tra le misure adottate nell’ambito della legge 24/2017 sulla sicurezza delle cure (più conosciuta come “legge Gelli”) è previsto il monitoraggio dell’applicazione delle buone pratiche per la sicurezza delle cure da parte di tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private.[1] Continua a leggere Quali sono le buone pratiche per la sicurezza delle cure?

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Come migliorare la qualità dell’assistenza: l’Audit clinico

I professionisti e le organizzazioni sanitarie hanno l’obbligo di implementare le buone pratiche disponibili e di mettere in atto le iniziative per accrescere la sicurezza dei pazienti. In questo senso l’Audit clinico si pone come strumento di primaria importanza

 

L’audit in ambito sanitario è stato introdotto da Florence Nightingale nel 1854 durante la guerra di Crimea in relazione all’elevata mortalità dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico. Dopo l’applicazione del suo metodo di analisi, sulla base dei risultati ottenuti, vennero introdotte rigorose misure preventive che consentirono la riduzione dei tassi di mortalità dal 40% al 2%.[1] Continua a leggere Come migliorare la qualità dell’assistenza: l’Audit clinico

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Responsabilità professionale: in mancanza di linee guida accreditate valgono solo le buone pratiche

Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che in mancanza di linee guida accreditate secondo i criteri della legge Gelli sono di riferimento solo le buone pratiche clinico-assistenziali

 

La legge n. 24/2017 (meglio nota come “legge Gelli”) sulla responsabilità professionale sanitaria[1] ha introdotto l’adesione alle linee guida come fattore esimente da responsabilità per gli operatori sanitari per i casi imperizia. La stessa legge prevede che in mancanza di linee guida l’operatore sanitario dovrà attenersi alle “buone pratiche clinico-assistenziali”.

La legge Gelli stabilisce che le linee guida potranno essere elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati, società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in un apposito elenco istituito dal Ministro della Salute. Le linee guida, previa verifica della sussistenza di tutti i requisiti di legge, entreranno a far parte del Sistema nazionale per le linee guida (SNLG), organismo gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Continua a leggere Responsabilità professionale: in mancanza di linee guida accreditate valgono solo le buone pratiche

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Farmaci oppioidi e miti da sfatare

Benché la Legge 38/2010 abbia promosso una maggiore attenzione al problema della sofferenza inutile, alcuni tipi di farmaci, come gli oppioidi,  sono visti ancora con sospetto. Vediamo perchè non c’è da aver paura

 

Uno degli aspetti fondamentali della cura dei pazienti è la prevenzione ed il sollievo della sofferenza fisica. Il trattamento del dolore viene effettuato per mezzo dei farmaci analgesici tra i quali, gli oppioidi, rivestono un ruolo principale. Gli analgesici oppioidi sono infatti tra i più potenti farmaci antidolorifici esistenti. Gli antidolorifici oppioidi, nell’ambito della terapia del dolore, sono utilizzati nella pratica clinica per la gestione di una vasta tipologia di algie di intensità medio-alta, sia acute che croniche. Esplicano la loro azione farmacologica a livello del sistema nervoso centrale agendo sui recettori oppiacei del cervello e del midollo spinale. Continua a leggere Farmaci oppioidi e miti da sfatare

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Il sovraffollamento ospedaliero come causa di rischio sanitario

 

Il sovraffollamento ospedaliero influisce sulla sicurezza dei pazienti e sulla qualità delle cure. Vediamo perchè

 

La riduzione dei posti letto in ospedale, operata a partire dal 2012,[1] [2] ha comportato una sempre maggiore difficoltà a ricoverare i pazienti. La riorganizzazione dei posti letto ospedalieri aveva l’obiettivo di ricondurre ai servizi ambulatoriali, day-hospital e del territorio le prestazioni di minore gravità, lasciando le situazioni patologiche più acute alle strutture ospedaliere. Molte Regioni hanno ridotto i posti letto senza però porre prima le basi per il potenziamento dell’assistenza territoriale, presupposto necessario per l’applicazione della legge (es. Case della Salute). L’adozione di un’adeguata e funzionale assistenza sul territorio è ormai inderogabile per via del progressivo invecchiamento della popolazione: l’ultima indagine di “Italia Longeva” ha affermato che nei prossimi dieci anni otto milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave. Cosi molti pazienti sono costretti a rivolgersi all’ospedale con tutto ciò che ne consegue in termine di sovraffollamento.[3] Continua a leggere Il sovraffollamento ospedaliero come causa di rischio sanitario